Il Malecon de L’Avana, sette chilometri di incontri e addii
Di Liset Salgado - giornalista di Prensa Latina.
L’intenso calore, l’amore o la meditazione servono di pretesto oggi a incontri e addii nel Malecòn de L’Avana, divenuto simbolo della città con le sue massicce mura erette sulla roccia.L’attuale Malecòn, che alla fine del XIX secolo era solo una frangia di terreno che tributava al mare, si estende dal Torreòn de La Chorrera, all’ovest, fino all’entrata della baia della città.Il più di sette chilometri che conformano questo conosciuto passeggio marittimo costituiscono una sfida per quelli che scommettono per la salute e una buona figura, e in solitario o in coppia lo transitano alla velocità che l’età e la preparazione fisica gli permetta.
E’ preferito per parlare, bere, passare un po’ di tempo contemplando il mare e prendendo il sole, o aspirando il fresco della notte, soprattutto in questo, per molti, la più caldo delle estati. Per gente del posto e visitatori s’offre come un luogo ideale per la contemplazione, la riconciliazione o la rottura ambientate con frequenza dalla musica di trovatori e le grida dei venditori ambulanti.
Mentre alcuni commerciano, altri pescano, alcuni si innamorano, leggono, dormono, si ricuperano d’una sbornia o sospirano per ansie non soddisfatte. I più osati e imprudenti, giovani nella loro maggior parte, si bagnano e fanno tuffi dall’alto utilizzando le mura come trampolino, da dove altri armano maiuscolo chiasso e plaudono la temeraria inclinazione.
Il Malecòn è stato anche scenario di multitudinarie marce convocate dalle autorità locali per contestare contro la tradizionale politica ostile del governo degli Stati Uniti, la cui Sezione d’Interessi si trova di fronte al serpenteggiato passeggio.
Dal suo bordo, praticanti di culti sincretici come la stregoneria –fusione del cattolicesimo con elementi religiosi d’origine yorubà- offrono con canti e frutta a Yemeyà, dea del mare e simbolo della fertilità, in cambio di salute e benessere.
Le mura del Malecòn, la cui altezza cambia al lungo dei suoi più di sette mila metri, cominciò a costruirsi ne 1901, sotto l’intervento statunitense e continuò per pezzi fino alla sua culminazione nel 1958.Balcone della città, cintura di calcestruzzo, via del Malecòn, della Repubblica, del golfo, d’Antonio Maceo, di Washington, di Morgall, e di Carlos Manuel de Cèspedes, contano fra le dissimili denominazioni che ha ricevuto attraverso gli anni.
Semplicemente Malecòn, così è conosciuta da tutti questa opera insigne che figura per uguale in guide architettoniche e turistiche, pitture, esposizioni fotografiche e annunzi, sempre identificando L'Avana come uno dei suoi luoghi emblematici.
Per tutto ciò nel 1994 fu proiettato un Programma di Reabilitazione Itegrale, auspicato dall’Ufficio dello Storiografo della Città dell’Avana, con la cooperazione finanziera di diverse Comunità Autonome dello Stato Spagnolo. Il progetto, attualmente in marcia, ridona all’Avana un rinnovato passeggio che si intenta proteggere dalla spinta delle onde, le penetrazioni del mare e la contaminazione ambientale in beneficio d’un sviluppo armonico per il godimento di cubani e foranei.
11 commenti:
Desde el malecón mexicano, te dejo abrazos...
Chao Monique,
dal Malecon habanero guardo sempre verso il tuo Messico, augurandomi che presto diventi un paese libero come Cuba!
Un quiero
Secondo Reporters sans Frontieres a Cuba la situazione per i diritti umani stà pegiorando. Anche alcuni parlamentari italiani sono stati a Cuba a manifestare per la democrazia. Voi che conoscxete la situazione mi sapete dire qual'è la reale situazione sull'isola?
Martino
La situazione a Cuba è quella di sempre, anche se non è assolutamente una società statica ma piuttosto dinamica. Ora cercare di farsi un'idea su Cuba attraverso quello che riporta Reporters Sans Frontieres, è quanto di più sbagliato si possa fare. Questa organizzazione è nota per avere quale scopo quello di denigrare Cuba e per questo viene generosamente foraggiata dal governo USA. Diciamo che è esattamente l'opposto di quella che dovrebbe essere una corretta informazione. Questi sono pagati proprio per disinformare.
Quanto alla manifestazione del gruppo di radicali italiani, è meglio non infierire.... La faziosità di queste persone penso sia nota a tutti. Nel caso specifico il gruppetto ha percorso qualche chilometro su un'Avenida habanera tra l'indifferenza e l'ilarità dei cubani. Sono rientrenti in Italia molto seccati, hanno fatto di tutto per farsi arrestare per poter creare un caso, ma sono rimasti delusi. A mio parere si sopravvalutano, Cuba non è l'Italia e, contrariamente che da noi, i pagliacci non vengono presi sul serio.
Sarebbe veramente interessante fare uno studio vero sui VERI diritti umani in tutto il mondo, si scoprirebbero cose interessanti! Come per la questione di internet che secondo i paladini della libertà, a Cuba verrebbe censurato. Peccato che da uno studio di un'organizzazione delle maggiori università statunitensi, di orientamento reazionario, si scopre che alcune nazioni europee e gli stessi Stai Uniti sono più censori di Cuba che si limita a censurare un solo sito di un'organizzazione anticastrista di Miami che incita al terrorismo contro Cuba....
Ciao Elio,
se ti fa piacere vorrei il tuo indirizzo e-mail... il mio è: amandocuba@libero.it
ciao e w Cuba
Cecco sì, il mio indirizzo di posta elettronica e':
elio.bonomi@tin.it
Invito tutti a firmare la petizione alle Nazioni Unite perchè venga adottato l'esperanto come lingua internazionale. La colonizzazione yankee passa anche per l'adozione della lingua inglese come lingua internazionale. Anche questa è una battaglia antimperialista!
Ecco l'indirizzo del sito dove firmare la petizione:
www.petitionspot.com/petitions/ESPERANTO
MALECON
a volte
per me e' stato
Malinconia,
a volte
per me e' stato
Allegria,
a volte
per me e' stato
una Semplice,
Sensazione di
Armonia!!!
13/05/07 el gaviota
( a Cuba ed al suo Mare,dentro di Noi)
Malinconia, allegria ed armonia descrivono bene le sensazioni che si provano a Cuba.
Grazie Gavota
Caro Elio,
sono amareggiatissimo in riguardo al fatto di Michael Moore e dei 10 soccorritori curati a Cuba.Anche questi 10 eroi,che si sono compromessi la salute in modo serio per salvare vite umane sono stati investiti dall'odio di quel viscido paese.E li chiamavano pure eroi appunto.
Mirco.
Questa Mirco è un'altra dimostrazione della doppia morale del Governo degli Stati Uniti. Solo pensare che un paese che vuole definirsi democratico impedisca ai propri cittadini di visitare Cuba, fa venire la pelle d'oca. Il giorno che si giudicheranno i paesi per come realmente si comportano senza soggezioni di alcun tipo, allora sì potremmo sperare in un mondo migliore. Ma ho l'impressione che quel giorno sia ancora lontano....
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