LATINO-AMERICA: CELAC O ALTRI CENT’ANNI DI SOLITUDINE?
Cominciata ieri dopo una lunga preparazione, termina oggi a Caracas la III Cumbre de America Latina y el Caribe con la nascita della CELAC (Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños). Questo ambizioso progetto costituisce il più credibile tentativo dalla conquista dell’indipendenza dei paesi latinoamericani e caraibici, un progetto che intende liberare definitivamente il continente dalla dipendenza agli interessi dei grandi capitali e governi di Stati Uniti ed alcuni paesi dell’ Unione Europea. Il Presidente venezuelano Hugo Rafael Chàvez Frias ha sottolineato come questo progetto sia la naturale prosecuzione delle idee che illuminarono i grandi artefici dell’indipendenza latinoamericana che hanno nel Libertador Simòn Bolivar, Josè Martì, Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara le figure più rappresentative di questa lotta che dura da due secoli e che ancora non è riuscita a trovare la via giusta per portare alla definitiva indipendenza perché dopo la sconfitta del colonialismo ha trovato nell’imperialismo nordamericano ed europeo un ostacolo insormontabile per la sua realizzazione. L’ultima occasione per dar vita alla Patria Grande sognata da Bolivar ed alla Nuestra America di Martì, è questa, ora che l’America Latina sta scrivendo pagine di storia impensabili fino a qualche decennio fa, ora che UNASUR (Union de Naciones Suramericanas) e ALBA (Alternativa Bolivariana per le Americhe) hanno definitivamente sconfitto l’ALCA, il tentativo del governo USA di controllare economicamente, politicamente e militarmente il continente. Raùl Castro ha sottolineato che la strada non sarà facile, ha ricordato i tentavi degli Stati Uniti di sovvertire i legittimi governi progressisti del continente ed ha raccontato un aneddoto che spiega bene le intenzioni dell’Impero. Durante un incontro in Managua sul tema, prese la parola ed avvertì che questi tentativi sovversivi erano rivolti verso paesi componenti dell’ALBA quali la stessa Cuba, sottoposta ad ogni tipo di aggressione fin dal nascere della Revolucion, al Venezuela bolivariano di Hugo Chàvez, alla Bolivia di Evo Morales, al Nicaragua sandinista di Daniel Ortega fino al riuscito golpe contro il legittimo presidente hondureño Manuel Zelaya. In quell’occasione si rivolse al Presidente ecuatoriano Rafael Correa e gli disse: “Il prossimo sarai tu”. Correa si sorprese ma dopo pochi mesi venne sequestrato ed il golpe non riuscì solo grazie alla fedeltà di una parte dell’esercito. Gli Usa sono gli stessi di sempre ed attuano come sempre contro chiunque non intenda sottomettersi ai loro interessi, ha detto il Presidente cubano, però è cambiato il Latinoamerica, è sorta una nuova presa di coscienza dei popoli latini che vedono con chiarezza la strada dell’integrazione come l’unica via per conquistare la definitiva indipendenza.
Questo della CELAC è un evento determinante, dalla sua riuscita dipenderà se i popoli dell’America Latina e del Caribe conquisteranno la loro piena libertà o saranno condannati, come ha detto Chàvez parafrasando il grande scrittore colombiano e Premio Nobel, Gabriel Garcia Màrquez, ad altri cento anni di solitudine.
Progetto ambizioso, dunque, ma anche strada obbligata. Non mancheranno sicuramente tentativi di boicottaggio sia da fuori che dentro la nascente comunità, infatti tra i 33 paesi che la compongono ci sono quelli, come Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, che credono fermamente nel progetto, ma ci so pure paesi, vedi Chile e Colombia, obbedienti al neoliberismo ed all’imperialismo. E dall’esterno non mancheranno pressioni di ogni tipo per far fallire il progetto, se il governo cinese ha fatto per venire le sue felicitazioni per l’evento, USA ed Europa hanno tutt’altro che intenzioni pacifiche, di perdere il dominio sul continente con le maggiori risorse del pianeta non ci pensano nemmeno, le loro trame non si fermeranno nemmeno questa volta. Nel caso però di successo del progetto CELAC le chanse dell’imperialismo di continuare a dominare il mondo sarebbero ridotte veramente al lumicino. Per questo non rimane che augurare buona fortuna alla nascente Comunidad, per il bene dei popoli latini e per tutti i popoli del mondo.
4 commenti:
Sì, USA ed Europa hanno circoli imperialisti. Ma ricordate il Vietnam: dovete saper aprire un dialogo con i popoli del Nord America e dell'Europa. Così si vince, prima di tutto sul piano morale. Dibattito, democrazia interna, sia pure ben difesa. Così si è credibili.
Cuba apre dibattiti con tutto il mondo, sono i paesi imperialisti a chiudersi a Cuba e non viceversa.
La democrazia interna a Cuba non ha eguali, se l'informazione capitalista sostiene il contrario non è difficile capire dove stia la verità.
"La democrazia interna a Cuba non ha eguali, se l'informazione capitalista sostiene il contrario non è difficile capire dove stia la verità"....in che senso?fammi un esempio,perche da quello che si dice non è cosi.
A volte leggo cose di un certo tipo,altre volte esattamente il contrario,puoi essere piu preciso?
Mi interessa molto.
Elisa
Nel senso che i media in mano alle grandi corporazioni scrivono sempre il contrario della verità per impedire ai popli di rendersi conto che sono soggetti alla peggiore schiavitù di tutti i tempi, quella del capitale. I cubani non fanno parte di questi popoli, infatti le grandi corporazioni a Cuba non sono presenti, per questo la democrazia cubana, con tutti i sui limiti, è sicuramente la più avanzata del mondo. Per questo i media multinazionali dipingono Cuba come un grande campo di concentramento, basta però fare delle verifiche sul posto per rendersi conto che Cuba è esattamente il contrario. Se a Cuba la gente è felice e sorride e nei paesi capitalisti "ricchi" ci si ammazza in famiglia, ci sarà pure un motivo....
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