FINALMENTE LIBERI!
Antonio Guerriero, Ramòn Labanino e Gerardo Hernandez sono
stati liberati nella notte e sono arrivati oggi a Cuba. Le strade dell’Avana e
delle altre città cubane si stanno riempiendo di gente che spontaneamente
festeggiano il tanto sperato evento.
Il Presidente cubano Raùl Castro Ruz ha comunicato in
diretta tv al popolo cubano il felice evento che ha concluso una battaglia di
oltre sedici anni per far rimettere in libertà i cinque cubani, Fernando Gonzales
e Renà Gonzales già sono stati liberati per aver scontato la pena
rispettivamente a 15 e 17 anni di reclusione, imprigionati a seguito di un
processo farsa che li condannava per essersi infiltrati nelle file dei
terroristi di Miami che hanno compiuto atti terroristici che hanno causato la
morte di oltre tremila cubani. Tra le vittime anche un giovane italiano che si
trovava in vacanza all’Avana. Mentre i cinque cubani stavano in carcere i rei
confessi delle azioni criminali giravano liberamente sotto la protezione del
governo statunitense.
In cambio alla liberazione dei tre cubani ancora
incarcerati, Cuba ha messo in libertà due terroristi statunitensi in carcere a
Cuba. Lo scambio dei prigionieri non è la sola bella notizia di oggi, nel suo discorso alla nazione Raùl Castro
ha fatto sapere che Cuba e Stati Uniti ristabiliranno le relazioni
diplomatiche, la Oficina de Intereses degli Stati Uniti all’Avana diventerà una
normale Ambasciata, cosa che avverrà anche negli USA per la rappresentanza
cubana nella vicina nazione nordamericana.
Per l’opinione pubblica mondiale questa è una notizia inaspettata
ma per i più attenti l’evento era atteso già da qualche tempo, almeno da quando
il New York Times da oltre un mese a questa parte ha pubblicato con cadenza
quasi giornaliera forti critiche al comportamento dei Governi Usa che si sono
succeduti in questi decenni per il fracasso della politiche contro Cuba.
Non è che il New York Times sia diventato di colpo un
giornale indipendente che critica le politiche sbagliate dei governi USA, in
tutti questi anni non ha mai mosso una critica alle politiche aggressive ed ai
crimini commessi contro il governo cubano ed il suo popolo, semplicemente il
più famoso dei quotidiani del mondo porta avanti gli interessi dei suoi
padroni, malcontenti del fatto che dopo l’apertura di Cuba agli investimenti
stranieri le grandi aziende statunitensi si trovano tagliati fuori dalle
possibilità che i cambiamenti economici in corso a Cuba offrono ai grandi
gruppi che intendono investire nell’Isola. A pochi chilometri dalle coste della
Florida le imprese di tutto il mondo partecipano ai progetti in corso per
modernizzare la più grande isola del Caribe mentre a loro non rimane che stare
a guardare. Da qui le mosse del New York Times che hanno indotto il Presidente
Obama a dire oggi che la politica anticubana è stato un’enorme fracasso. La
reazione delle frange oltranziste non si sono fatte aspettare ma ormai le loro
posizioni sono ben lontane dagli interessi di chi veramente comanda in quel
paese.
Questi eventi stanno a dimostrare che negli Usa il
Presidente conta meno che l’asso di picche, chi prende le decisioni sono ben
altri, al Presidente, bianco, nero, progressista o reazionario che sia, non
resta altro che eseguire gli ordini dei potentati economici e militari che stanno
sopra di lui e che sono i veri detentori del potere in quella che molti si ostinano
a chiamare la “grande democrazia americana”. Questa è la realtà che dei nostri
tempi dove la politica ha abdicato a favore degli interessi dei potenti, ma
almeno qui a Cuba ed in altri popoli del Latinoamerica, la speranza non è
ancora perduta, perciò lasciamo per il momento le considerazioni e “vamos por
las calles” a festeggiare con il popolo cubano questo giorno di immensa
allegria.
Hasta la Victoria Sempre!
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