domenica 18 dicembre 2011

L'ANNO DI TUTTI I SOGNI



L’ANNO DI TUTTI I SOGNI
La Habana, ore 11, portale del magnifico edificio dove ha sede la Oficina del Historiador in Calle de Madera nello splendido scenario della Plaza des Armas, come ogni sabato mattina ha luogo la presentazione di un libro. Questo sabato tocca al testo “El año de todos los sueños” edito dalle Ediciones La Memoria del Centro Cultural Pablo de la Torriente Brau. L’introduzione dell’evento è a carico di Victor Casaus, poeta, regista, scrittore, giornalista ed attuale Presidente del Centro Pablo. Autore del testo è Gèrman Sànchez Otero, licenziato in Sociologia presso l’’Università dell’Avana, autore di numerosi saggi che affrontano tematiche come la storia, sociologia, economia e politica ed attualmente Professore di Filosofia presso l’Università della capitale cubana.
Germàn Sanchèz Otero racconta le motivazioni che lo hanno spinto a scrivere questa opera che tratta della campagna di alfabetizzazione della quale fu uno delle migliaia di giovani che agli albori della Revoluciòn diedero luogo a quello che indubbiamente si può definire uno dei più rilevanti successi nella storia del continente americano. Per molti giovani questa straordinaria esperienza ha segnato indelebilmente la loro esistenza dal punto di vista umano, professionale e personale, nessuno di loro si dimenticherà mai di quello che divenne “L’anno di tutti i sogni”. Il libro narra da dentro quella campagna di cinquant’anni fa in tutta la sua ricchezza e complessità, raccontata da uno dei protagonisti, un alfabetizatore. A detta dell’autore, il testo rappresenta un omaggio a quell’esercito di giovani, molti di loro adolescenti, che formarono l’esercito più sublime che sia mai esistito, e le centinaia di migliaia di campesinos, lavoratori e casalinghe che in molti casi da alunni si trasformarono a loro volta in maestri.
Il testo però non è solo un libro sulla campagna di alfabetizazione, è la radiografia di un intero anno nel quale sogni e speranze si forgiavano ogni giorno per avvicinarsi al futuro. Un testo che mette in evidenza i successi umanitari che la Revoluciòn cubana ha esportato in molti paesi del continente e non solo, in forte contrasto con l’esportazione della “democrazia” dell’imperialismo nordamericano ed europeo, fatto di aggressioni, bombardamenti, carceri segrete, torture e distruzione di intere popolazioni e culture millenarie. Un testo che dovrebbe far parte delle biblioteche di tutti i sinceri progressisti che non si sono venduti alle bugie ed alle manipolazioni mediache dei padroni del mondo.

La Habana, 18 diciembre 2011

domenica 11 dicembre 2011

IL PROF. LUCIANO VASAPOLLO A CUBA : ” LA CULTURA DEI POPOLI CONTRO LA CRISI SISTEMICA DEL CAPITALE”




Pubblico questa interessante intervista al Prof. Luciano Vasapollo che si trova a Cuba a capo di una delegazione di professori dell'Università La Sapienza di Roma.
L'intervista è tratta da Presa Latina con traduzione di Violetta Nobili.


SI RAFFORZA LA COLLABORAZIONE TRA L’UNIVERSITÀ LA SAPIENZA DI ROMA E L’UNIVERSITÀ HERMANOS SAIZ DI PINAR DEL RÍO

Di Alberto Hernández Cáceres (Radio, Pinar del Rio)


La solidarietà dei professori e dei dirigenti della Facoltà di Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, Italia, nei confronti dei loro omologhi della Facoltà di Scienze Economiche e del CEMARMA di Pinar del Río si è rafforzata molto con la visita nell’istituto di una delegazione italiana, che ha portato a termine  l’accordo di collaborazione tra i due Atenei. Nel 2009, ad esempio, gli interscambi tra professori sono aumentati, così come le pubblicazioni di libri ed opuscoli. La delegazione italiana è arrivata a Pinar del Río dopo aver partecipato, a L’Avana, all’Evento Internazionale Universidad 2010.
Il Capo della Delegazione, formata da 25 professori dell’Università La Sapienza di Roma, era il prof. Luciano Vasapollo. Le giornate di lavoro della delegazione sono state scandite dal rinnovo degli accordi di collaborazione con le università cubane, tra cui anche quella di Pinar del Río Hermanos Saiz che vanta una collaborazione decennale.

La rappresentanza del paese mediterraneo, con spiccati interessi culturali e scientifici, ha firmato nuovi protocolli esecutivi con l’Università de L’Avana, di Santiago, con quella di Pinar del Río e in particolare con la Facoltà di Scienze Economiche e il centro studi sull’ambiente CEMARMA.

Il prof. Luciano Vasapollo ha manifestato la sua soddisfazione nel visitare la provincia antillana, affermando che “ha nel cuore l’Università di Pinar del Río, poiché è qui che viene fatto il lavoro più importante per la preparazione dei libri e dei quaderni sull’economia”.

Nel Centro di Alti Studi della provincia più occidentale di Cuba, Luciano Vasapollo ha partecipato ad una conferenza sullo sviluppo economico mondiale, sulla crisi economica, sulla compatibilità locale, sul cooperativismo e sull’economia locale come alternativa alla condizione che vive l’umanità.

Nell’auditorium erano presenti alunni, professori e dirigenti dell’Università Hermanos Saiz, insieme ai rappresentanti di Pinar del Río dell’Associazione Nazionale di Economisti di Cuba e del presidente Joaquín Remedios García, con il quale si sono successivamente incontrati a proposito dei temi citati.

Nel suo intervento, il professore titolare di Economia Applicata dell’Università italiana ha  confermato la firma di nuovi accordi di cooperazione con l’università anche per l’interesse socio-economico del territorio di Pinar. Ha precisato che il protocollo firmato con la Facoltà di Scienze Economiche è stato quello che ha funzionato meglio da anni, perché ha dato vita a libri e a quaderni ed inoltre ha reso possibili gli interscambi tra professori, parte fondamentale dell’attività accademica, scientifica e politica.

Si è dichiarato orgoglioso di essere un intellettuale militante  che appoggia in chiave politico-culturale i processi rivoluzionari; a questo proposito ha voluto far sapere che si è adoperato e continuerà a far sì che la sua cattedra  e la sua facoltà di Filosofia della Sapienza ha firmato e firmerà accordi quadro di studio con Rettori dei paesi dell’ALBA. Nel dicembre dell’anno passato ha visitato la Bolivia in qualità di osservatore internazionale durante le elezioni politiche, occasione in cui sono stati firmati tre accordi e cinque protocolli esecutivi. Il suo impegno è rivolto anche verso il Venezuela ed ha affermato che nel prossimo aprile si recherà in Ecuador; inoltre, in un futuro non lontano verranno completati una serie di accordi con tutti i paesi dell’ALBA in cui ci sono processi di trasformazione che devono la loro esistenza, in qualche modo, a Cuba e alla sua Rivoluzione. In questa nuova veste di coordinatore e  rappresentante del Rettore de La Sapienza per questa delegazione, ha fatto arrivare un saluto al Rettore e a tutta l’Università di Pinar a suo nome e a nome della delegazione che presiedeva. Ha ribadito che l’unico modo per dimostrare la maniera in cui si realizza la collaborazione è continuare a lavorare per le importanti proposte provenienti dalla cultura dei popoli, e su questo continuare la ricerca continuando a  pubblicare libri e quaderni di studio.

In questo periodo, Vasapollo sta scrivendo un libro che vede la partecipazione degli economisti cubani Osvaldo Martínez e José Luís Rodríguez e che ha come obiettivo, tra gli altri, di dimostrare all’Europa che non si potrà uscire dall’attuale crisi mondiale se non si terrà in conto la pianificazione, ossia le esperienze positive dell’ex Unione Sovietica e di Cuba.

Il professore ha affermato che la crisi che stiamo vivendo in questo periodo non è uguale a quella del 1929; infatti ora stiamo sperimentando una crisi peggiore, poiché durante la Grande Depressione non esisteva la globalizzazione. L’attuale crisi ha un carattere strutturale e sistemico a causa della voracità e mal funzionamento del processo di accumulazione contro i bisogni dei popoli; infatti non è solo una crisi economico-finanziaria, ma anche alimentare, energetica, climatica e dello stato di diritto. A detta dell’economista italiano questa è una crisi profonda anche se non comporterà la distruzione immediata del capitalismo “perché come marxisti dobbiamo analizzare la storia”, ha asserito. Ora esistono tutte le condizioni per una crisi sistemica, ma allo stesso tempo non esiste una forza rivoluzionaria in grado di far diventare questa crisi economica  in un un processo socialista.

Il prof. di Economia Applicata de La Sapienza di Roma ha invocato una alternativa alla crisi mondiale capitalista, cominciata con la crisi petrolifera degli inizi degli anni ’70 del secolo passato.

Ritiene plausibile che per mostrare una falsa capacità di arrestare la crisi, i capitalisti possano raggiungere piccole crescite economiche quantitative, che però non saranno la soluzione. Ha citato le personalità di  economisti di sinistra europee keynesiane, ricardiane e neokeynesiane che pensano che si possa uscire dalla crisi grazie all’economia di un capitalismo più a carattere sociale, “argomentazione che possiamo considerare una pazzia, priva di ragionevolezza economica , politica e storica”. Vasapollo fa riferimento al presidente Barack Obama che parla di una economia senza contaminazione, la cosiddetta Economia Verde. Ma lo sviluppo sostenuto dal capitale provocherà sempre disuguaglianze, danni climatici e ambientali. Il Summit di Copenaghen è stato un completo fallimento.

Secondo Vasapollo il nuovo keynesismo ha un carattere militare molto aggressivo che si può facilmente riscontrare nell’azione del governo di Obama, non dissimile dall’amministrazione Bush e Clinton. Obama ha inviato delle truppe a combattere guerre ingiuste in Medio Oriente ed in Afghanistan; qui nella Nuestra América ha appoggiato il colpo di Stato in Honduras e sta realizzando un’invasione in piena regola di Haiti dopo il disastro provocato dal terremoto.

Non si può parlare della nuova politica di Obama senza menzionare le basi militari in Colombia e Perù e le continue aggressioni alla Bolivia e al Venezuela, ha asserito. Inoltre, il professore ha parlato del blocco economico contro Cuba come di una vergogna per l’umanità intera, così come il fatto di mantenere in prigione i Cinque Cubani solo per aver combattuto il terrorismo.

L’essere un governante democratico, Obama deve dimostralo con i fatti e non con le parole. Fino a questo momento ha portato avanti una politica di aggressione poiché gli Stati Uniti hanno bisogno di una nuova forma di accumulazione. A detta di Vasapollo la soluzione di carattere finanziario è una nuova forma di keynesismo non sociale, che appoggia le banche e le imprese private.

Il professore ha assicurato che la soluzione alla crisi non è economica ma politica, poiché solo la politica garantisce il controllo dell’economia attraverso nuova forme di pianificazione; ed è a questo proposito che è indispensabile una forza soggettiva rivoluzionaria come oggi in Venezuela , in Bolivia , a Cuba, che sappia gestire il lungo processo di trasformazione per la transizione. 

Se così non sarà, il capitalismo durerà ancora a lungo. Il professore italiano ha parlato anche del livello di comprensione a cui sono arrivate le popolazione americane per quanto riguarda i problemi ambientali; con  membri del Governo di Evo Morales, ad esempio, ha discusso positivamente del Convegno delle popolazioni per il cambiamento climatico convocato proprio dal presidente boliviano. Ha affermato di essere molto soddisfatto dell’invito per il Convegno che avrà luogo il 21 e il 22 aprile prossimo, a cui parteciperanno anche specialisti cubani. E ha affermato che
un mondo migliore è possibile e un esempio è proprio Cuba, con i suoi 52 anni di Rivoluzione e con una popolazione eroica che resiste al bloqueo e alla crisi mondiale. L’intellettuale italiano ha affermato che bisogna parlare di un Socialismo nuovo poiché ora sono cambiate le condizioni storiche rispetto al passato.

Durante la sua visita a Pinar del Río, il professore ha ricevuto anche due riconoscimenti. Il primo gli è stato consegnato perché il suo libro, Allerta che cammina, è stato inserito tra i migliori risultati scientifici del 2009, secondo il Consiglio Scientifico Provinciale (il libro è stato scritto insieme al prof. Carlos Lazo Vento, docente della Facoltà di Scienze Economiche dell’Università di Pinar del Río). Il secondo gli è stato consegnato dalla Federazione Studentesca Universitaria (FEU) ed ha a che vedere con la sua designazione come Presidente d’Onore della Cattedra di Cultura Economica e dei Problemi dello Sviluppo.
TRADUZ. VIOLETTA NOBILI

domenica 4 dicembre 2011

YOANI SANCHEZ GRANDE PENSATRICE! LO SCHIFO MEDIATICO SENZA LIMITI.

YOANI SANCHEZ GRANDE PENSATRICE!
LO SCHIFO MEDIATICO SENZA LIMITI.
Il web impazisce per il nuovo premio assegnato alla bloghera cubana Yoani Sànchez. Un’altra volta l’insignificante cibermercenaria viene premiata per essere tra le cento persone più influenti del mondo. La prima reazione per chi conosce il personaggio per quello che è e non per quello che viene dipinto, è di farsi una grande risata. Yoani Sanchèz dovrebbe essere premiata tra le 100 persone MENO influenti in quanto sfido chiunque a trovare un cubano che sia stato influenzato dalla sua “opera”. Addirittura i suoi conoscenti cadono dalle nuvole quando li si informa a cosa si dedica la loro compatriota. L’unico effetto positivo del suo lavoro è l’aumento vertiginoso del suo conto in banca, che è poi l’unica motivazione che muove i mercenari di tutte le latitudini.
Dare un premio ad un personaggio simile, di limitatissime capacità intellettive, per non parlare di moralità, è qualcosa che va ben oltre la vergogna a cui ci hanno abituato coloro che utilizzano premi e benemerenze per fare propaganda politica (esemplare il Nobel per la pace ad Obama, attualmente il responsabile dei più tremendi crimini che si commettono sul nostro pianeta). Premiare la Sanchèz come persona influente è un inaccettabile affronto all’intelligenza umana ma si sa che simili manovre propagandiste sono dirette alle moltitudini idiote non alle persone coscienti, sappiamo che l’apparato propagandistico dei poteri dominanti è tanto poderoso da far credere che gli Usa ed i paesi della Nato siano impegnati a salvare il mondo dai terroristi invece che il contrario. Basterebbe leggere la Real Academia de la Lengua Española per capire il significato della parola influencia. Dice il Dizionario:
Influenza. Azione ed effetto di influire. Potere, valore, autorità di qualcuno per altra o altre persone o per intervenire in un affare. Persona con potere o autorità che con il suo intervento può dare vantaggi, favori o benefici.
Da questo è facile dedurre che Yoani Sanchèz non ha mai influito in nessuna maniera su nessuna persona, nemmeno tra i nemici storici della Cuba rivoluzionaria dai quali ha solo preso senza apportare assolutamente niente di nuovo. Gli unici ad avvantaggiarsi delle sue acrobatiche intenzioni sono il suo conto in banca, il marito che vive alle sue spalle come un re, e gli idioti che trovano alimento alla loro fame di ignoranza. Per i cubani ne vantaggi ne svantaggi, influenza zero!  


LATINO-AMERICA: CELAC O ALTRI CENT’ANNI DI SOLITUDINE?


LATINO-AMERICA: CELAC O ALTRI CENT’ANNI DI SOLITUDINE?

Cominciata ieri dopo una lunga preparazione, termina oggi a Caracas la III Cumbre de America Latina y el Caribe con la nascita della CELAC (Comunidad de Estados Latinoamericanos y Caribeños). Questo ambizioso progetto costituisce il più credibile tentativo dalla conquista dell’indipendenza dei paesi latinoamericani e caraibici, un progetto che intende liberare definitivamente il continente dalla dipendenza agli interessi dei grandi capitali e governi di Stati Uniti ed alcuni paesi dell’ Unione Europea. Il Presidente venezuelano Hugo Rafael Chàvez Frias ha sottolineato come questo progetto sia la naturale prosecuzione delle idee che illuminarono i grandi artefici dell’indipendenza latinoamericana che hanno nel Libertador Simòn Bolivar, Josè Martì, Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara le figure più rappresentative di questa lotta che dura da due secoli e che ancora non è riuscita a trovare la via giusta per portare alla definitiva indipendenza perché dopo la sconfitta del colonialismo ha trovato nell’imperialismo nordamericano ed europeo un ostacolo insormontabile per la sua realizzazione. L’ultima occasione per dar vita alla Patria Grande sognata da Bolivar ed alla Nuestra America di Martì, è questa, ora che l’America Latina sta scrivendo pagine di storia impensabili fino a qualche decennio fa, ora che UNASUR (Union de Naciones Suramericanas) e ALBA (Alternativa Bolivariana per le Americhe) hanno definitivamente sconfitto l’ALCA, il tentativo del governo USA di controllare economicamente, politicamente e militarmente il continente. Raùl Castro ha sottolineato che la strada non sarà facile, ha ricordato i tentavi degli Stati Uniti di sovvertire i legittimi governi progressisti del continente ed ha raccontato un aneddoto che spiega bene le intenzioni dell’Impero. Durante un incontro in Managua sul tema, prese la parola ed avvertì che questi tentativi sovversivi erano rivolti verso paesi componenti dell’ALBA quali la stessa Cuba, sottoposta ad ogni tipo di aggressione fin dal nascere della Revolucion, al Venezuela bolivariano di Hugo Chàvez, alla Bolivia di Evo Morales, al Nicaragua sandinista di Daniel Ortega fino al riuscito golpe contro il legittimo presidente hondureño Manuel Zelaya. In quell’occasione si rivolse al Presidente ecuatoriano Rafael Correa e gli disse: “Il prossimo sarai tu”. Correa si sorprese ma dopo pochi mesi venne sequestrato ed il golpe non riuscì solo grazie alla fedeltà di una parte dell’esercito. Gli Usa sono gli stessi di sempre ed attuano come sempre contro chiunque non intenda sottomettersi ai loro interessi, ha detto il Presidente cubano, però è cambiato il Latinoamerica, è sorta una nuova presa di coscienza dei popoli latini che vedono con chiarezza la strada dell’integrazione come l’unica via per conquistare la definitiva indipendenza.
Questo della CELAC è un evento determinante, dalla sua riuscita dipenderà se i popoli dell’America Latina e del Caribe conquisteranno la loro piena libertà o saranno condannati, come ha detto Chàvez parafrasando il grande scrittore colombiano e Premio Nobel, Gabriel Garcia Màrquez, ad altri cento anni di solitudine.
Progetto ambizioso, dunque, ma anche strada obbligata. Non mancheranno sicuramente tentativi di boicottaggio sia da fuori che dentro la nascente comunità, infatti tra i 33 paesi che la compongono ci sono quelli, come Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Nicaragua, Brasile, Argentina, Uruguay, Paraguay, che credono fermamente nel progetto, ma ci so pure paesi, vedi Chile e Colombia, obbedienti al neoliberismo ed all’imperialismo. E dall’esterno non mancheranno pressioni di ogni tipo per far fallire il progetto, se il governo cinese ha fatto per venire le sue felicitazioni per l’evento, USA ed Europa hanno tutt’altro che intenzioni pacifiche, di perdere il dominio sul continente con le maggiori risorse del pianeta non ci pensano nemmeno, le loro trame non si fermeranno nemmeno questa volta. Nel caso però di successo del progetto CELAC le chanse dell’imperialismo di continuare a dominare il mondo sarebbero ridotte veramente al lumicino. Per questo non rimane che augurare buona fortuna alla nascente Comunidad, per il bene dei popoli latini e per tutti i popoli del mondo.