venerdì 29 febbraio 2008

Pedro Luis Ferrer in-canta all'Avana



Il ritorno di Pedro Luis Ferrer con un concerto dal vivo tenuto presso il Centro Cultural Pablo de la Torriente Brau è stato sicuramente uno degli avvenimenti più graditi ai cultori della Nueva Trova Cubana. Il cantautore habanero, tornato dopo sette mesi di tournè in Spagna ed Europa (mi sono sembrati sette secoli, ha detto Ferrer) dove le sue esibizioni sono sempre più richieste, ha ripreso il contatto con i suoi numerosissimi ammiratori della sua amata terra. Questa attesisssima serata non ha deluso i numerosi presenti, malgrado la serata sia stata riservata agli invitati, coloro che hanno potuto assistere al concerto erano sicuramente molto più numerosi degli inviti visto che le terrazze dei palazzi che danno sul bellissimo giardino del Centro Cultural Pablo de la Torriente Brau erano affollate all'inverosimile.

Dopo aver esordito negli anni '60 con alcuni tra i più significativi gruppi musicali cubani, verso la metà degli anni '70 incide il suo primo LP in solitario. In seguito gira il mondo dando concerti in Polonia, Finlandia, Norvegia, Svezia, DDR, e Messico. Contemporaneamente approfondisce lo studio della chitarra interpretando opere di Leo Brouwer, Albèniz, Tàrrega e Bach. Negli anni 80 registra due LP mentre trascorre gli anni '90 in maniera artisticamente furtiva. Nel frattempo alcune sue interpretazioni diventano molto popolari. Lavora poi nel Conjunto Artistisco de las FAR in quel di Guantanamo e questa esperenza lo mette in contatto con il Changuì e altri generi musicali di questa regione orientale di Cuba. All'inizio degl 1999 inizia una serie di concerti negli Stati Uniti mentre più tardi realizza concerti in varie città spagnole. Negli ultimi anni, accompagnato da un quartetto acustico, ha registrato alcuni CD nel suo studio personale dando vita ad un genere musicale da lui chiamato Changuisa, una miscela del Changuì guantanamero ed i cori de clave de Sancti Spiritus. Dopo la presentazione di questi lavori nei primi mesi del 2007 al Teatro Amadeo Roldan, al Teatro Nacional e a Los Jardines del ICM, se ne va per sette mesi in Spagna, Francia ed Austria. Finalmente il suo attesissimo ritorno all'Avana con il concerto di cui sopra.

Durante il concerto ha pure recitatato alcune sue poesie, di seguito riporto il testo di quella che ritengo più significativa in quanto rispecchia in pieno la sua personalità di grandissimo artista, critico, amante della sua gente, del popolo cubano e della sua bellissima storia piena di amore, lotta ed immensa umanità.

Grazie Pedro Luis Ferrer per questa indimenticabile ed emozionante serata.




CANZONE DI FINE ANNO

Ora che permettono criticare:
Che belli sono i tuoi occhi, vita mia!
Mi piace il tuo modo di ballare
E la peculiarità della tua allegria.

Ora che permettono criticare:
Me ne vado al Malecon ed aspetto il giorno;
Voglio dedicarmi a riposare;
I fiori del giardino sono bellissimi...

Ora che permettono criticare:
esibisco un pantalone ed una camicia;
Abbiamo messo un'amaca nel portale
Ed un campanello che sembra una campana.

Ora che perfino il mondo vuole parlare
Ed è di moda l'urlo e la querela:
Le tue gambe, le vorrei divorare,
Il modo come cammini e ti siedi.

Ora che permettono:
La strada è piena,
le bugie ed i pettegolezzi,
Il cielo e le stelle.

Ora che permettono criticare:
Ho comprato un computer ed una pentola;
Il mio amico domadò tanto per cambiare:
La luna è rotonda e piacevole.

Pedro Luis Ferrer





martedì 19 febbraio 2008

GRACIAS COMANDANTE QUERIDO


Come ci si aspettava oggi il Presidente cubano Fidel Castro ha reso nota la sua rinuncia a ricoprire la carica di Presidente del Poder Popular. In un lungo messaggio al popolo cubano spiega le ragioni della sua rinuncia ma avverte chi crede che l’esperienza rivoluzionaria cubana sia giunta ad una svolta, che nulla cambierà nella straordinaria volontà del popolo cubano di essere artefice del proprio destino di indipendenza, libertà, giustizia e di continuare ad essere esempio per tutti gli uomini della terra che credono e lottano contro coloro che intendono dominare il mondo. L’immediata risposta del massacratore di popoli, il presidente Usa George W. Bush che ha detto che ha avuto inizio il cambiamento a Cuba, rimarrà solo uno dei suoi tanti slogan pieni di falsità ed ipocrisia. Milioni di persone in tutto il mondo si stanno sempre più rendendo conto che in nome della falsa “democrazia” e delle false “libertà” l’intera umanità è stata sottoposta ad ogni tipo di persecuzione, sempre più capi di stato si stanno rendendo conto che l’eroica lotta del popolo cubano in cinquant’anni di Revoluciòn hanno costituito l’unica vera resistenza al dominio incontrastato dei criminali che hanno schiavizzato l’intero pianeta. Il capitalismo è ormai giunto alla sua fase finale e sta dilapidando tutte le sue risorse per continuare ad esercitare un dominio che comunque non avrà futuro. Il futuro dell’umanità e del pianeta in cui viviamo non potrà che essere IL SOCIALISMO, unico sistema sociale e politico che può permettere uno sviluppo armonico dell’essere umano e del suo ambiente.
Per tutto questo a tutti gli uomini di pace e di progresso non resta che RINGRAZIARE IL COMANDANTE FIDEL CASTRO RUZ PER LA SUA IMMENSA OPERA RIVOLUZIONARIA, IL SUO CORAGGIO, LA SUA ETICA ED IL SUO INFINITO AMORE PER L’UMANITA’. Auguriamo Al Comandante che ancora per lunghi anni continui ad illuminarci dall’alto della sua straordinaria saggezza, inimitabile umanità ed amore per la vita.
HASTA SIEMPRE COMANDANTE!

mercoledì 13 febbraio 2008

TERRORISMO MEDIATICO-CI RISIAMO



Continua il terrorismo mediatico contro Cuba. In questi giorni ha fatto il giro di tutte le televisioni del mondo un video in cui si vedono alcuni studenti cubani che durante un incontro con Riccardo Alarcon de Quesada, presidente dell’Assemblea del Poder Popular, pongono alcune questioni definite “scottanti”. Si tratta di un fatto normalissimo che avviene in tutti i paesi del mondo, anzi, questo dovrebbe essere una clamorosa smentita per tutti coloro che per malafede, interesse o codardia, sostengono che a Cuba non esiste libertà di espressione. Il video in questione, trasmesso dalla televisione cubana, è stato ripresa dalla fin troppo famosa TV Martì che, lautamente finanziata dal governo Usa, trasmette dalla Florida 24 ore al giorno qualsiasi tipo di nefandezza per denigrare Cuba ed il suo governo. Ovviamente il filmato era parziale, riportava solo alcuni stralci delle domande degli studenti e delle risposte di Alarcon, ma l’arte della manipolazione non manca sicuramente ai “democratici” giornalisti di TV Martì. Anche la nostra Rai non si è fatta scappare l’occasione ed il TG2 diretto da quel campione del giornalismo che risponde al nome di Mauro Mazza, messo lì per i suoi indiscutibili meriti e non perché raccomandato da qualche partito di riferimento, lo ha mandato in onda due sere fa accompagnato da un commento vomitevole.
Anche i nostri giornali hanno fatto la loro parte ed “il più grande di tutti”, il Corriere della Sera, ha affidato a Rocco Cotroneo, inviato a Rio De Janeiro, il commento del fatto. Ovviamente da Rio quello che succede a Cuba si vede meglio e che Cotroneo sia un esperto di fatti cubani lo ha già dimostrato più volte. Di questo passo supererà Omero Ciai, l’esperto dell’Espresso che scrive di Cuba da Miami....
Ma la cosa non è affatto finita quì, voi che uno studente che si permette di fare certe domande ai dirigenti cubani la passi liscia? Eh no, altrimenti che dittatura sarebbe quella cubana! Ecco che allora viene diffusa la notizia che il giovane impertinente è finito in carcere, così il cerchio si chiude, in una dittatura non si può fare domande scomode e se qualcuno trova il coraggio di farlo viene incarcerato, torturato e fatto sparire. Se queste cose, anche se non ce lo dicono, sappiamo che avvengono quotidianamente nel paese “più democratico del mondo” e in tutti i regimi democratici da questi sostenuti, figuriamoci se non avviene sotto la ferocissima dittatura castrista!
Ma è veramente finito finito in carcere Elicèr Avila, il ragazzo che ha osato incalzare Alarcon de Quesada? Assolutamente no, Elicèr è andato in televisione, lo si vede nella foto, ed ha raccontato candidamente che fare domande ai dirigenti cubani è una prassi normale da parte degli studenti, che le intenzioni degli studenti sono tutt’altro che quelle di voler abbattere il socialismo ma al contrario di fortificarlo, che la famosa maglietta con la @ che portava al momento del dibattito con Alarcòn è la maglietta della facoltà di informatica in cui studia e non un simbolo di libertà come sostenuto dai media di tutto il mondo e che nessun studente è stato carcerato in Cuba, questo semmai avveniva prima della Revoluciòn. Scommettiamo che Mauro Mazza non manderà in onda il video di Elicèr che smentisce gli imbroglioni? La BBC, che prima aveva dato credito alla notizia dell'arresto dello studente, ora ha smentito tutto, saranno pure loro dei vili al servizio del capitale, ma almeno il coraggio di smentire quando è evidente che hanno preso una cantonata, loro ce l'hanno ancora.
Se i nostri mezzi di informazione fossero veramente liberi e non al servizio dei potenti che dominano il mondo e che spendono cifre astronomiche per manipolare la realtà e per condizionare le coscenze di miliardi di esseri umani, non sarebbe difficile raccontare qual’è la realtà di Cuba, la sua storia, le sue conquiste e la lotta che sta portando avanti per difendere la propria indipendenza e sovranità. E magari i nostri “democratici” inviati e direttori di telegiornali ci racconterebbero chi sono coloro che torturano, affamano, bombardano, tramano, rapinano, distruggono e si rendono responsabili delle atrocità che stanno distruggendo il pianeta e i suoi abitanti. Malgrado gli straordinari mezzi messi in campo per disinformare, nascondere e distorcere la realtà, la situazione è talmente drammatica che la presa di coscienza si fa sempre più strada tra le popolazioni del nostro sciagurato pianeta. Chissa se anche i Cotroneo, i Mazza, i Ciai e i tanti altri scellerati servi dei loro padroni prima o poi si renderanno conto delle tremende responsabilità di cui si stanno macchiando. Non è mai troppo tardi. Forse....

giovedì 7 febbraio 2008

Cuba, elezioni e democrazia


Il 20 gennaio 2008 i cubani sono stati chiamati alle urne per eleggere i 614 deputati al Parlamento ed i 1.201 delegati alle Assemblee Provinciali. Dopo la scelta dei candidati effettuata il novembre scorso dalle Assemblee Popolari, il Governo ha chiamato i cittadini al voto unito, che vuol dire votare compatti per tutti i candidati scelti dal popolo per evitare che nessuno non raggiunga il cinquanta per cento dei voti validi, condizione per essere eletti, e rimanga escluso.” El voto unido nos fortaleza”, “nessuno si deve sentire obbligato e può votare liberamente per uno o più candidati a seconda delle proprie preferenze” hanno sostenuto i rappresentanti del Governo e le maggiori autorità politiche, però “il voto unito ci fa più forti e ci permette di dimostrare al mondo intero ed al nostro poderoso nemico del nord che il popolo cubano è unito a sostegno della Rivoluzione e dei suoi dirigenti”.
Secondo quanto ci raccontano i nostri giornali “liberi e democratici” i numerosi dissidenti cubani che non aspettano altro che la fine della Rivoluzione non possono manifestare il proprio dissenso a causa della “feroce dittatura castrista” che reprime qualsiasi forma di dissenso. Quale miglior occasione per “i numerosi dissidenti” per astenersi dal voto e dimostrare i numeri del dissenso? Ma questo, secondo i nostri giornalisti “democratici”, non può avvenire a causa “delle persecuzioni” a cui sarebbero sottoposti coloro che non si recano alle urne. Certo che questi dissidenti oltre ad essere numerosi sono pure codardi, quali dissidenti non hanno nemmeno il coraggio di astenersi alle elezioni? Ma certo, la crudele repressione castrista...... Allora tutti a votare, però nel segreto dell’urna i dissidenti, seppur codardi possono esprimere il proprio dissenso in vari modi: votare in bianco, votare per candidati diversi da quelli prescelti, scrivere frasi che esprimono il proprio dissenso, scrivere insulti, augurare a Fidel una rapida dipartita, ecc.
Domenica 20 gennaio ho assistito alle votazioni, il seggio della mia “quadra” si trova presso l’ambulatorio medico ed ha aperto alle sei della mattina, due giovani chiedevano i documenti e registravano l’avvenuto voto dopo che il cittadino aveva inserito le sue schede nelle urne ed i due pionieri che stavano al fianco delle stesse pronunciavano la frase “Votò”. Già dalle prime ore del mattino si sono create code fuori dagli oltre 38.000 seggi e i primi dati affluiti al Ministero registravano che alle due del pomeriggio avevano votato oltre l’85 per cento degli aventi diritto. Alle sei della sera alla chiusura dei seggi la percentuale dei votanti è risultata superiore al 95 per cento. Un risultato straordinario ma sicuramente dovuta alla repressione castrista che intimorisce i cubani. Anche se io ho potuto osservare che i cubani si sono recati al voto senza alcun timore e senza nessun tipo di pressione che non fosse la chiamata del Governo a dimostrare a tutto il mondo l’unità del paese, sicuramente la repressione esiste perché se lo dicono i nostri giornalisti “liberi e democratici” non ci possono essere dubbi.... Se la paura della repressione ha portato i cubani alle urne, le schede dimostreranno sicuramente che la popolazione non ne può più del regime repressivo e sfogherà tutto il proprio dissenso. Grazie alla mia ingenuità non mi sono accorto delle costrizioni messe in atto per obbligare i cubani alle urne ma l’alto numero di schede bianche ed annullate mi apriranno gli occhi quando domani verranno resi noti i risultati.
Il lunedì mattina appena sveglio accendo la radio e preparo la mia Nikon D50 per scendere in strada a fotografare i dissidenti che forti del responso elettorale finalmente avranno trovato il coraggio per scendere in strada e dare inizio al tanto sospirato cambio di regime. Radio Reloj trasmette in continuazione le ultime notizie, attendo ansioso che parli dei risultati delle elezioni. L’attesa è breve, el locutor legge i numeri forniti dal Ministero, i dati non sono ancora definitivi ma si può dare per certo che i votanti sono stati 8.320.832 ed hanno superato il 96 per cento degli aventi diritto, il voto unito ha riportato più del 91 per cento mentre le schede bianche sono state di circa il 3,7 per cento e le nulle l’uno per cento! Beh, questo lo dice Radio Reloj, lo dicono pure le altre radio, tra poco lo dirà il telegiornale e lo diranno pure i giornali di regime, ma sicuramente sono dati falsi e la realtà è ben diversa. Visto che alle elezioni oltre all’ingenuo sottoscritto hanno assistito anche numerosi smaliziati rappresentanti della stampa internazionale, mi reco al più vicino internet point per vedere cosa riportano le agenzie. Per evitare di essere influenzato dai giudizi di parte, i giornali di destra sosterranno una tesi, quelli di sinistra un’altra, decido di visitare i siti delle più importanti Agenzie di Stampa, saranno pure loro di parte ma solitamente sono più credibili della stampa politicamente schierata. La sorpresa mi coglie completamente impreparato, le varie Agenzie confermano i dati che ho appena ascoltato e sostengono che le elezioni si sono svolte in un clima tranquillo e senza nessun incidente, di atti di repressione nemmeno l’ombra! Ma allora dove sta l’inganno sfuggito perfino agli espertissimi giornalisti delle Agenzie di Stampa internazionali? Vuoi vedere che pure loro sono stati aggirati dalla furbizia di Fidel Castro e dei suoi accoliti? Esco dall’internet point con questo dubbio impertinente che mi spinge a far lavorare il cervello e cercare di capire dove si nasconde il trucco, la mia mente si mette al lavoro e dopo avere ripassato tutti gli avvenimenti che mi hanno visto coinvolto in questa avventura, finalmente arrivo alla soluzione dell’enigma. Il Comandante en Jefe si è ancora una volta beffato del mondo intero, la sua mente raffinata ha escogitato uno stratagemma infallibile per costringere i cubani a votare in massa “para todos”. Chi pensava di vedere poliziotti intimorire i cubani fuori e dentro i seggi, per le strade, dentro le case a scovare coloro che non si recano alle urne, non si è reso conto di chi ha veramente condizionato il voto dei cubani: i pioneri di dieci anni che custodivano le urne! Provate voi a votare in un seggio custodito da pionieri inflessibili che ti controllano quando entri e consegni i documenti, ti seguono con lo sguardo mentre entri nella “gabina”, per dirla alla Bossi che qui ha molti seguaci, e ti fissano inflessibili quando esci ed infili le schede nelle urne e pronunciano il loro “Votò” solo se sono certi che non hai sgarrato!!!!
Tornato a casa mi chiedo chi avrà inviato questa volta il Direttore di Liberazione a vigilare sulle elezioni cubane, ma sono certo che se anche ha mandato la Nocioni*, nemmeno lei sarà riuscita a scoprire l’arcano, quel filibustiere di Fidel, più invecchia più si fa furbo e perfido....
* Inviata all’Avana lo scorso anno dal Direttore di Liberazione, scrisse un articolo che sollevò le proteste di numerosi lettori del quotidiano “comunista”. Nell’articolo scrisse che aveva incontrato solo giovani che volevano scappare da Cuba, che la popolazione odiava Fidel, che le case dell’Avana stavano crollando una dopo l’altra e che sotto le macerie molti perdevano la vita, e altre amenità del genere. Il sottoscritto scrisse al Direttore esprimendo il proprio sdegno ed offrendosi per accompagnare la Nocioni a rifare lo stesso viaggio per riportare a quattro mani quanto visto. Non ho mai ottenuto risposta.... però in cambio il Direttore di Liberazione ha visto aumentare in maniera vertiginosa gli inviti a partecipare ai salotti televisivi. E la Nocioni? Sicuramente l’aspetta una folgorante carriera, simile a quella di molti ex giornalisti di “sinistra”....

P.S. dopo alcuni giorni di dubbi ho deciso che forse il sottoscritto non è tanto ingenuo, che i nostri giornalisti “liberi e democratici” non lo sono poi così tanto e che forse è meglio che torni a dare il mo contributo per diffondere alcune verità che aiutano a capire meglio come vanno realmente le cose. Visto che ho appena finito di leggere l’interessante libro di William Blum “Il libro nero degli Stati Uniti” ho deciso di pubblicare a puntate sull’altro mio blog (wwwmondolibero.blogspot.com) un sunto degli eventi magistralmente descritti dall’ex funzionario del dipartimento di Stato degli Usa nel suo documentatissimo testo.