mercoledì 3 giugno 2009

Salim Lamrani: le bugie di RSF


Ancora una volta Reportes Sans Frontières ha svolto il suo lavoro ben remunerato, quello di mettere in cattiva luce chiunque venga considerato "nemico" degli USA. Come sempre il nemico più "pericoloso", quindi da aggredire con più determinazione, è Cuba, paese da cinquant'anni vera spina nel fianco dell'imperialismo Usa.

A questo nuovo criminoso, dal puinto di vista giornalistico, attacco anticubano dell'organizzazione al servizio dell'imperialismo e delle sue insostenibili ragioni e prepotenze, risponde Salim Lamrani, docente presso l’Università Paris-Descartes e Università Paris-Est Marne-la-Vallée e giornalista francese, specialista in relazioni tra Cuba e Stati Uniti. Autore di "Cuba di fronte all’Impero: la propaganda, la guerra economica e il terrorismo di Stato", l’ultimo libro pubblicato in francese: "Double Morale. Cuba, l’Union européenne et les droits de l’homme".

Ecco l'articolo di Lamrani che in maniera chiara ed inconfutabile smonta punto per punto le tesi propagandistiche di coloro che viorrebbero erigersi a tutori della libera informazione.

Il 20 maggio 2009, Reporters sans frontières ha rilasciato una dichiarazione su Cuba, in cui si afferma che "chiunque può navigare in Internet ... a meno che non sia cubano." Per sostenere il suo punto, RSF presenta un video, girato con una telecamera nascosta, in cui a un cubano è vietato l’accesso a Internet in un hotel . L’organizzazione aggiunge che un "utente rischia fino a 20 anni di carcere se si pubblica un articolo ’contro-rivoluzionario’ (articolo 91) sui siti Internet e cinque anni se effettua illegalmente la connessione a Internet."
Infine, RSF ha affermato che "Cuba è la seconda prigione al mondo per i giornalisti, dopo la Cina", sottolineando che "24 professionisti dei media", sono "in carcere sotto il falso pretesto di essere ’mercenari al soldo degli Stati Uniti’".
E’ facile mettere RSF davanti alle sue contraddizioni. Infatti, mentre l’organizzazione di Parigi dice che nessun cubano non può collegarsi a Internet, mette il link ... "testo della blogger Yoani Sanchez”, che vive a Cuba e che si pronuncia apertamente contro il governo de L’Avana tramite Internet. Come fa Sanchez ha esprimersi se non ha accesso a Internet? Il suo ultimo discorso è del 27 maggio 2009. Ha inoltre scritto il 25 maggio, 23 maggio, 22 maggio, 19 maggio, 18 maggio, 16 maggio, 15 maggio, 13 maggio, 10 maggio, 9 maggio, il 7 maggio 6 maggio, 4 maggio, 2 maggio, 29/28/27/26/25 aprile, 23 aprile e il 21 aprile 2009. Così, nei mesi che precedono la pubblicazione della dichiarazione di RSF su Internet a Cuba, Yoani Sanchez è stata in grado di connettersi a Internet, da Cuba, almeno 18 volte.
RSF non ha esitato a contraddire una pubblicazione con un’altra. Così, in una relazione del marzo 2008 sui giornalisti indipendenti a Cuba, l’entità di Parigi, sottolinea che "il blog di Yoani Sánchez è parte di un più ampio portale, Consenso/Desdecuba.com”, sostenuto da cinque blogger e con la consulenza di una Redazione di sei persone. Il suo scopo è principalmente di commentare l’attualità politica del paese. Il sito pretendere di aver superato i 1,5 milioni di clic nel febbraio, dopo un anno di esistenza, di cui 800000 sono nel blog Generación Y. Più impressionante, il 26% dei visitatori sono domiciliati a Cuba, al terzo posto dopo Stati Uniti e Spagna. Una semplice domanda: Com’è che "il 26% dei suoi lettori sono cubani" possono vedere il blog di Sanchez su Internet, se è vietato?
RSF ha utilizzato un caso isolato di un hotel cubano, con il trucco della telecamera nascosta, per generalizzare il divieto di Internet all’intera isola e stigmatizzare le autorità cubane. Ironia della storia, nella sua dichiarazione del 23 maggio 2009, Yoani Sánchez dice che "ha condotto un sondaggio con una dozzina di blogger in oltre quaranta alberghi in città. Con l’eccezione dell’Occidental Miramar, tutti affermano di non essere a conoscenza del regolamento che ai cubani è vietato l’accesso a Internet". La blogger preferita dei media occidentali ha così palesemente in contraddetto le asserzioni di RSF.
RSF afferma poi che chiunque pubblichi un articolo critico nei confronti del governo cubano è punito con la reclusione di 20 anni e cita a sostegno il suo articolo 91, senza fornire ulteriori dettagli. Che cosa dice l’articolo 91 del Codice Penale cubano? Eccolo nella sua interezza: "colui che, a nome di uno Stato estero, svolge un atto al fine di compromettere l’indipendenza dello Stato cubano o la sua integrità territoriale, è tenuto alla pena della privazione della libertà da dieci a venti anni o la pena di morte". Come è facilmente verificabile, RSF non esita a mentire sfacciatamente. L’articolo in questione non vieta per nulla la pubblicazione di analisi eterodosse su Internet. Non limita la libertà di espressione. Punisce gli atti di tradimento della patria.
Con ciò, ricorrendo all’articolo 411-2 del codice penale francese ("Il fatto di offrire a una potenza straniera, o a un’organizzazione estera o sotto controllo estero, o ai loro agenti o soldati appartenenti alle forze armate francesi, in tutto o in parte il territorio del paese, è punibile con la detenzione per la vita e 750000 euro d’ammenda") o alla sezione 411-4 ("Il fatto di avere intelligenza con una potenza straniera, o con una organizzazione straniera o sotto controllo estero o con i loro agenti, per generare ostilità od atti di aggressione contro la Francia, è punito con trenta anni di detenzione e l’ammenda di euro 450000. E’ soggetto alle stesse sanzioni per la fornitura a una potenza straniera, impresa estera od organizzazione di proprietà estera o dei loro agenti dei mezzi per avviare le ostilità o compiere atti di aggressione contro la Francia"), si può accusare il governo di Nicolas Sarkozy di repressione contro gli Internauti.
Inoltre, basta visitare il blog di Yoani Sánchez, estremamente critico nei confronti della autorità cubane o leggere gli scritti degli avversari per rendersi conto della mancanza di merito della denuncia da parte dell’organizzazione do Parigi.
RSF attesta inoltre che tutti i cubani sono passibili di "cinque anni se si collegano ad Internet illegalmente”. Qui, l’ente francese si limita a rilasciare una dichiarazione perentoria, senza nemmeno prendersi la briga di citare una legge che, ovviamente, non esiste. Ancora una volta, RSF spara contro la verità.
Infine, RSF ripete la stessa manfrina, assicurando che “24 lavoratori dei media" sono “in carcere sotto il falso pretesto di essere ’mercenari al soldo degli Stati Uniti’”. L’organizzazione non è in grado di mostrare coerenza e rigore nei propri documenti. Infatti, nella versione spagnola di questo articolo, non parla di più di "19 detenuti". Ma i numeri non importano, la beffa è ancora una volta raddoppia. Da un lato, sui "24 professionisti dei media" citati dall’organizzazione, uno è un vero giornalista: Oscar Elias Biscet. Gli altri non avevano mai fatto questo lavoro prima di entrare nel mondo del dissenso.
D’altro canto, questi individui non sono stati condannati per aver emesso una sovversiva produzione intellettuale, ma per aver accettato soldi offerti da Washington, così passando dallo status di oppositore ad agente stipendiato da una potenza straniera, commettendo allo stesso tempo, un reato grave punibile non solo da parte della legislazione cubana, ma dal codice penale di ogni paese nel mondo. Le prove a questo riguardo sono molteplici: gli Stati Uniti riconoscono di finanziare l’opposizione interna a Cuba, e i loro documenti ufficiali l’hanno dimostrato, i dissidenti confessano di ricevere sostegno finanziario da Washington e anche Amnesty International afferma che i detenuti sono stati condannato "per aver ricevuto fondi o attrezzature dal governo degli Stati Uniti per attività percepite da parte delle autorità come sovversive o dannose per Cuba”.
RSF non è una organizzazione degna di credito perché la sua agenda è soprattutto politica e ideologica. Come si è osservato, è facile mettere l’organizzazione di Parigi di fronte alle sue contraddizioni e rivelarne le sue manipolazioni. D’altronde, RSF non può avere legittimità, perché riconosce di essere finanziata dal National Endowment for Democracy (NED) che non è altro che lo schermo ufficiale della CIA, come il New York Times del marzo 1997 ha osservato, la NED "è stata creata 15 anni fa per svolgere pubblicamente ciò che la Central Intelligence Agency (CIA), ha fatto per decenni di nascosto".
Salim Lamrani
Traduzione di Alessandro Lattanzio (Eurasia)

23 commenti:

il cuoco ha detto...

perchè RSF non occupa dell'articolo 60 sulla sicurezza che il civilizzato governo italiano sta per varare e che condanna e chiude blog contrari al governo e condanna i blogger da 1 a 5 anni.
Perche RSF non si occupa del fatto che un' impresa italiana ha querelato youtube per milioni di euro(unico caso al mondo) per aver pubblicato video contrari al governo liberale e domocratico che c'è ora in ITALIA? Agli inviati di RSF chiedo ora di occuparsi della legge D'ALIA grazie.

Eliolibre ha detto...

Caro Cuoco, RSF sono pagati lautamente per denigrare chiunque osi ostacolare le mire di dominio del pianeta degli USA non per denunciare le vere malefatte dei soliti noti....
Un caro saluto e.... Buon voto!
Ps. sull'altro mio sito Notizie dall'Impero http://wwwmondolibero.blogspot.com ho pubblicato la mia dichiarazione di voto

Anonimo ha detto...

ciao elio.
buon voto a tutti, e scegliete la lista giusta!! COMUNISTA ANTICAPIOTALISTA!

hasta la victoria siempre elio! ;)
un abbraccio

Eliolibre ha detto...

Ciao Maria,
sull'altro blog Notizie dall'Impero ho scritto la mia dichiarazione di voto che ovviamente non può che essere comunista ed anticapitalista.

Anonimo ha detto...

Ciao.
Mi chiamo Gianluca e sono il fondatore del blog collettivo "Uruk-hai Zeitung" (http://urukhaizeitung.blogspot.com ) , seguo il tuo blog "VivaCubaLibera", ho letto il tuo ultimo post riguardo alle menzogne di RSF e, trovandolo molto interessante, ho deciso di riportarlo da noi. Ovviamente nel post comparirà il link al tuo blog, ma se non sei d'accordo con questa azione ti prego di contattarmi e sarà mia cura rimuovere immediatamente il tutto.
Ringraziandoti anticipatamente, ti porgo i nostri più cordiali saluti.
Gianluca

Eliolibre ha detto...

Ciao Gianluca. Chiaro che vi autorizzo, ora vado sul vostro sito e commento.
Hasta luego

mirco ha detto...

Ti lascio il link del video dell'assemblea OEA,anche se sicuramente l'avrai già trovato da Gennaro:

http://www.youtube.com/watch?v=I5R31Z7RLg4&feature=related

Eliolibre ha detto...

Grazie Mirco. Sul sito di Gennaro sono pure intervenuto ricordando che Cuba non solo ha vinto questa battaglia ma è come sempre andata oltre sostenendo che l'OEA così com'è è solo un'organizzazione al servizio degli Usa. Il Governo cubano sostiene che la strada da percorrere è sempre quella dell'autonomia, dell'indipendenza definitiva e dell'integrazione economica e politica del continente Latino che deve avere rapporti alla pari con il potente vicino.
Buon voto comunista!

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.
Anonimo ha detto...
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Eliolibre ha detto...

Bene fascista schifoso, visto che ora sei arrivato anche quì a portare la tua puzza di fogna, metto la moderazione dei commenti anche su questo blog che intende continuare a respirare aria pulita. La libertà di esprimersi bisogna meritarsela, venire sul mio sito e chiamarmi nazi-comunista (tralascio il resto), non solo è un atto da censurare, ma meriti di essere preso a calci in culo e pure di appenderti ad un albero con un cappio attorno ai coglioni. Peccato che sei pure tanto vile da nasconderti dietro l'anonimato per cui mi sa che i coglioni nemmeno ce li hai.

Anonimo ha detto...

Tutta una serie di argomentazioni retoriche - così ampie negli anni Sessanta del secolo passato - muovono i loro colpi di coda moribondi in questo millennio da poco cominciato. È un modo di dibattere sullo stile delle “barricate”, ci si sistema dietro ai parapetti e da un luogo sicuro si lanciano insulti all’indirizzo degli oppositori, invece di argomentazioni. Gianni Minà ha spolverato una parte di quella consumata artiglieria. L’arsenale che ha riversato sopra di me è composto dalle solite accuse: sono una creatura del Nord e ho dimenticato in maniera predeterminata di ricordare i vantaggi dell’attuale sistema cubano. Per concludere mi ripete il ritornello che sono una “sconosciuta” a Cuba, dimenticando che mi sono sempre vantata di essere una persona piccola e insignificante.

Minà, invece, possiede un curriculum di tutto rispetto. È riuscito a intervistare l’uomo che ha retto i destini del mio paese per cinquant’anni, mentre noi cubani non abbiamo mai potuto rivolgergli domande o rispondergli con un voto depositato nell’urna. Il libro che è uscito fuori da quell’incontro veniva esposto nelle librerie negli anni in cui pensavo di abbandonare il liceo, perché non avevo scarpe da mettermi. Dalla nostra parte e lontani dalle vetrine dove veniva esibita l’ampia intervista in edizione di lusso, succedevano cose molto diverse: si svuotavano le tasche, cresceva la frustrazione e prendeva campo la paura. Tuttavia non comparivano simili osservazioni nelle frasi elaborate di quella pubblicazione e l’autore non ha ritenuto opportuno pubblicare una seconda edizione per riparare a certe dimenticanze.

Mi piacerebbe suggerirle un paio di domande per un nuovo incontro tra lei e Fidel Castro, che probabilmente non avverrà mai. Indaghi signor Minà - lei che può parlare con Lui - come mai non decreta un’amnistia per Adolfo Fernández Saínz e i suoi colleghi, che hanno già scontato sei anni di galera per delitti di opinione. Annoti nella sua agenda, per favore, i dubbi della mia vicina sul divieto di entrare a Cuba pronunciato nei confronti del fratello, dopo “aver disertato” durante un congresso all’estero. Trasmetta l’interrogativo di mio figlio Teo, che non comprende come mai per essere ammesso agli studi del livello superiore deve dimostrare di possedere una serie di requisiti ideologici.

Se lei può avvicinarsi a Lui - più di quanto è stato mai possibile a ogni cubano - gli chieda di permettere a questi “sconosciuti” cittadini di associarsi, fondare un giornale, creare un emittente radiofonica, fare domande a un presidente o sfruttare un diritto - che lei esercita senza limiti - di scrivere pubblicamente opinioni molto diverse rispetto a quelle del governo del suo paese. Le assicuro che quella intervista - che lei non farà mai - diventerà un best seller su questa Isola
Yoani Sanchez

eliolibre ha detto...

Cari amici, scrivo dopo molto tempo, perchè qui a Cuba, ho grosse dificoltà a connetermi. Non per colpa del bloqueo, ma per la rigidità dei controlli su internet da parte di Cuba. La situazione qui è brutta, manca il mangiare, l' energia elettrica c'è per qualche ora al giorno. I controlli sono asfissianti. Il governo ha paura del malcontento, e reprime ogni forma di protesta. E si cari amici, ho capito che questo non è socialismo, ma una oligarchia, che sfrutta un popolo. Mi spiace ammetterlo, ma quando vedo che una spesa alimentare costa quanto in Italia, forse c'è qualcosa che non va. I cubani sono incazzati neri ma hanno paura di reagire. Poi vedi i potenti girare in auto, andare al ristorante e divertirsi. Quando la gente comune non si può permettere nemmeno 2 pasti decenti al giorno. Qui a l' havana, le cose si vedono meno perchè tra prostituzione, facili speculazioni ai turisti, la gente sopravive. Ma fuori è il disastro. Il socialismo qui ha fallito. Io rimango sempre, sia chiaro anticapitalista, ma non a queste condizioni. La mancana di una oposizione, di una stampa critica, ha portato allo sfacelo di stato. Ora vi saluto, un abbraccio elio.

Anonimo ha detto...

oddio.sei per caso guarito elio?

Anonimo ha detto...

Finalmente un post sensato da parte di Elio. Ora ti leggero più volentieri.

Anonimo ha detto...

Vedi Elio.una cosa è essere socialisti.Un' altra cosa è difendere una dittatura che dura da ormai 50 anni e che ha dato i risultati che tu stesso hai descritto.
Penso che pure io ti leggero un pò più volentieri e meno schifato dopo sto tuo post
Ounis

mirco ha detto...

L'eliolibre che ha scritto l'ultimo commento non è l'Eliolibre che entra con il proprio account,è un sola.Quindi tranquilli.

Anonimo ha detto...

Trenquilli,eliolibre è quello che esce con i soldoni a divertirsi.....
nando

Anonimo ha detto...

a Eliolibre non gliene può fregare di meno dei cubani e rivolucion. Lui A cuba fa il signore, con i cuc in tasca alla faccia delle gente che soffre. Se cambiano qualcosa a Cuba come fa? La vita di merda che fa qui in italia. Quindi viva la rivolucion, per noi con gli euro in tasca gli altri si arrangino.Hasta el dinero siempre

Anonimo ha detto...

Mirco, nessuno si preoccupa. Sono le prime parole sensate che Elio scrive dopo anni.

Anonimo ha detto...

Viva il granma, viva la stampa libera cubana. Viva la democrazia cubana. A che libertà che3 c'è a Cuba, che richezza, che governo democratico che pensa al suo popolo.
Viva cuba!!!!!

Anonimo ha detto...

Cuba, paese dei grandi sogni, dove uomini sfigati trovano mogli, queste poverette per colpa di una brutta dittatura, sono costrette a sposarsi, uomini che non amano, ma risolvono. Pagano, inviano soldi alla famiglia, restaurano casa, insomma svoltano la vita.
Se poi questi omuncoli, capaci solo di comprare amore, sono comunisti tanto meglio, così pensano alla rivoluzione e non singano, ti rispettano come un pezzo raro. Le donne cubane hanno fiuto per questi personaggi, se vogliono a comando salutano anche a pugno chiuso............tratto da memorie di jinetera.

Eliolibre ha detto...

Bravi, divertitive pure popveri coglioni. Ovviamente un saluto a tutti gli amici. A breve