domenica 28 febbraio 2010

ORLANDO ZAPATA TAMAYO: LA MORTE UTILE ALLA BARBARIE CAPITALISTA



E’ di questi giorni la notizia della triste morte in un carcere cubano di Orlando Zapata Tamayo, la propaganda anticubana al servizio della menzogna imperialista ha ovviamente approfittato della notizia per scatenare la solita campagna internazionale atta a denigrare l’isola che testardamente continua a non volersi sottomettere alle pretese di dominio del potente vicino del nord.
L’assoluta mancanza di vittime del supposto regime carcerario cubano induce i controrivuzionari super stipendiati dal governo nordamericano, ad agire senza alcun scrupolo pur di garantirsi le prebende che vengono loro elargite a dismisura. E’ difficile morire a Cuba, non solo perché la durata media della vita è pari a quella dei paesi più sviluppati del mondo e perché nessuno muore di fame malgrado le scarse risorse economiche, ne di malattie curabili, ma perché dominano la legge e l’onore. I mercenari a Cuba sono giudicati secondo le leggi vigenti (in nessun paese si possono violare le leggi, ricevere soldi e collaborare con l’ambasciata di un paese considerato nemico; per esempio, negli USA questo comporta severe sanzioni di privazioni di libertà quando non addirittura la sparizione di presunti sospetti. E non solo negli USA, l’Europa, e l’Italia in primis, non disdegnano di ricorrere alla condanna a morte per via extragiudiziale….), a Cuba nessuno sparisce o viene assassinato dalla polizia, non esistono “angoli oscuri” per interrogatori “non convenzionali” a prigionieri scomparsi come avviene a Guantanamo o ad Abu Ghraib, per citarne solo due dei tanti.
Agenzie di stampa ed alcuni governi si sono affrettati a condannare Cuba per la morte in carcere di Orlando Zapata Tamayo. Tutte le morti sono lamentabili e dolorose però l’eco mediatico stavolta si tinge di entusiasmo al fine di fare apparire la vittima un “eroe” della lotta conto la “dittatura cubana”. Peccato che tacciano vergognosamente sulle vere cause di questa morte e sulle “imprese” del detenuto. Al di là di qualsiasi maquillage mediatico, Zapata Tamayo era un prigioniero comune che incominciò a delinquere nel 1988, fu processato per violazione di domicilio nel 1993; lesioni nel 2000; lesioni e detenzione di arma bianca nel 2000; truffa sempre nel 2000; ferite e fratture del cranio del cittadino Leonardo Simòn con l’uso di un machete, alterazione dell’ordine e disordini pubblici nel 2002. Queste sono solo alcune delle cause per nulla vincolate alla politica per cui venne giudicato e condannato per essere poi rilasciato il 9 marzo del 2003 sotto diffida a non commettere altri delitti. Però il nostro “eroe” il 20 dello stesso mese tornò a delinquere. A causa dei suoi antecedenti questa volta venne condannato a 3 anni di carcere. La sentenza venne poi ampliata negli anni successivi a causa della sua condotta aggressiva in prigione.
Nemmeno nella lista dei prigionieri politici stilata nel 2003 dalla Commissione dei Diritti Umani dell’ONU, notoriamente manipolata al punto che poi venne soppressa, non appare il suo nome, tant’è che se fosse stato condannato per reati politici non sarebbe stato liberato anticipatamente.
Avidi di arruolare la maggior quantità possibile di supposti o reali controrivoluzionari, venne convinto dei vantaggi materiali che comportava la “militanza politica” anche grazie alla partecipazione di ambasciate straniere a questa pratica di proselitismo. Zapata Tamayo adottò il profilo “politico” quando già la sua biografia penale era molto estesa. Venne continuamente stimolato dai suoi mentori politici a dar vita a scioperi della fame che minarono definitivamente il suo organismo. La medicina cubana, esistono tutti gli atti in proposito, lo seguì attraverso diverse istituzioni ed ospedali dove esistono specialisti molto qualificati che non risparmiarono risorse nel trattare i suoi problemi di salute. Ha ricevuto alimentazione forzata, la famiglia fu sempre informata ad ogni passo, la sua vita venne prolungata per diversi giorni con la respirazione artificiale.
Ci sono però domande senza risposte che non sono mediche. CHI E PERCHè stimolò Zapata ad una condotta SICURAMENTE SUICIDA? A chi CONVENIVA la sua morte? La sua morte rallegra gli ipocriti finti addolorati , Zapata era il candidato perfetto, un soggetto “necessario” per i nemici della Revoluciòn, un uomo facile da convincere perché insistesse con le sue richieste assurde (televisione, cucina e telefono personali nella sua cella), sapevano benissimo, loro, che non potevano essere evase. Ma serviva “il caso” COSTI QUEL CHE COSTI. Tutti gli altri scioperi della fame furono denunciati dagli istigatori come causa di probabile morte, però gli altri scioperanti sempre desistevano prima di procurarsi danni alla salute (come il nostro Pannella, inscenare il caso ma non farsi danno). Istigando Zapata a proseguire fino alla sua morte questi mercenari si fregavano le mani in attesa dell’esito letale malgrado gli sforzi dei medici, ed ora esibiscono cinicamente il caso come un trofeo.
Alcuni mezzi d’informazione al servizio della destra più criminale e reazionaria, stavano sperando con ansia la fine del moribondo per dare inizio alla loro vile campagna denigratoria infischiandosene del fatto che una vita è stata stroncata dalla loro criminale mentalità perversa, che un essere umano veniva immolato per soddisfare le loro lugubri trame a scopo puramente politico. Il povero Orlando Zapata Tamayo è stato manipolato fino a condurlo premeditatamente all’autodistruzione per soddisfare le loro necessità politiche.
Questo caso è una conseguenza diretta della politica criminale contro Cuba, che stimola all’emigrazione illegale, a fomentare disordini e non rispettare le leggi e l’ordine stabilito. Lì sta l’unica vera causa di questa morte indesiderata da tutte le autorità cubane, sia per questioni etiche e morali sia per ovvie questioni politiche.
Ma perché oltre a questi delinquenti prezzolati ci sono governi che si uniscono a questa campagna sconsiderata, se sanno, perché lo sanno benissimo, che a Cuba non si usa la tortura e quantomeno le esecuzioni extragiudiziarie come invece avviene frequentemente nei paesi che con troppa superficialità si definiscono portatori di democrazia? Quanti morti in carcere si potrebbero denunciare ogni anno in questi paesi impropriamente considerati baluardi della democrazia? Già Cuba lo ha detto più di una volta: possiamo ridarvi tutti i mercenari che volete, però rendeteci i nostri cinque compatrioti incarcerati dall’impero perché stavano combattendo il terrorismo (che ha causato oltre tremila vittime innocenti tra i cittadini cubani, tra loro anche un italiano ma i nostri governi di vario colore succedutesi in questi anni se ne sono guardati bene dal chiedere l’estradizione dei rei confessi….) e che stanno scontando eroicamente l’ingiusta pena loro inflitta, pena condannata da tutte le istituzioni veramente democratiche e da tutte le persone civili.
Ma che non si rallegrino tanto questi cialtroni per il “successo” della loro iniziativa, non serviranno le ipocrite menzogne mediatiche a fermare il processo rivoluzionario cubano. Oltre cinquant’anni di infamie non sono servite a niente, Cuba non potrà mai essere intimidita, impedita ne separata dal suo eroico e dignitoso cammino verso il futuro. Ne dalle aggressioni, ne dalle menzogne e tantomeno dalle infamie.

21 commenti:

Anonimo ha detto...

altro che governo di assesini, che vivvano solo i cubani.
che muoia castro assesino
e che leggano un po' di più, e si informino i coglio... analfabeti come te.

viva cuba abajo fidel

un cubano 100% che ha sofferto il comunismo

Nino ha detto...

Complimenti

il cuoco ha detto...

hasta Siempre e via cuba. Ciao

Matteo ha detto...

Allora. I metodi della polizia cubana spesso sono abbastanza discutibili, però è evidente che in questo caso c'è stata una palese strumentalizzazione della stampa anticubana e anticastrista, come sempre avviene in questi casi. Quella stessa stampa che si erge ad alfiere della libertà contro Cuba, contro la Cina e contro l'Iran, diventa inspiegabilmente "distratta" quando a violare i diritti umani sono Usa, Israele o i loro amici.
C'è stato mai qualcuno di questi giornali, che sia Stampa, Repubblica, il Corriere o il Times che ci ha parlato del massacro dei curdi in Turchia, finanziato e coperto da Usa e Europa? Ogni occasione è buona per parlarci di uno dei prigionieri di Cuba o della Cina. Ma perché non parlano dei prigionieri di Guantanamo? Perché sui giornali non si trova mai una riga sulle tante Guantanamo che ci sono in Europa? Obama dice di volere chiudere Guantanamo, per ora questa promessa è aria fritta, ma anche se fosse vero resterebbero tutte le altre prigioni in cui vengono usati gli stessi metodi di Guantanamo.
Poi a mettersi un nastrino verde e a sbattere "Iran libero" in prima pagina sono bravi tutti.

Anonimo ha detto...

Hai detto pari pari quello che ha scritto "Granma".Ti ricordo che era un muratore e viveva del suo lavoro,anche il "Granma" usa menzogne per calmare la societa'cubana,quella che si oppone.Ti ricordo anche che i "5 eroi"erano in realta' 7,2 di loro hanno collaborato,dunque hanno ammesso che erano li per altri scopi,informati.
E' dura indignirsi per uno come Zapata dopo aver fatto un articolo per uno come Cucchi!Anche tu servi un'altro paese....quello che succede in Italia è per colpa dei fascisti quello che succede a Cuba è tutto regolare!
Aldo Colangelo

Eliolibre ha detto...

Cia Cuoco, è un pò che non passo da te, lo farò appena trovo un attimo di tempo.
Hasta siempre

Eliolibre ha detto...

Matteo, grazie per il tuo intervento, solo un appunto: c he la polizia cubana sia "discutibile" è un'altro de3i soliti luighi comuni, ti assicuro che a Cuba c'è molta meno repressione che da noi, fatto come quelli del G8 di Genova a Cuba sono impensabili.
Ciao

Eliolibre ha detto...

Anonimo, essere cubano al 100% (anche se ovviamente non ci credo, nessun cubano si esprime in questi termini, sei semplicemente il solito provocatore idiota) non giustifica la tua viltà. Avessi sofferto davvero il comunismo avresti anche appreso a rispettare il tuo prossimo e ad usare meglio il tuo cervello.

Eliolibre ha detto...

Anonimo 2, non devi ricordarmi nulla, ho scritto la verità sulla vita di Zapata Tamayo che non era "un muratore che vive del suo lavoro" bensì un criminale incallito delle cui gesta "eroiche" ho riportato solo una piccola parte. Se invece di credere agli assasini che hanno sfruttato la sua labilità mentale per i loro vili scopi avessi ascoltato l'intervento del Cancellire cubano Bruno Rodriguez che ha parlato ieri alla sessione dei Diritti Umani dell'ONU avresti saputo qualcosa di più sulla vicenda, fatti che non ho riportato perchè quanto scritto credeo sia più che sufficiente a mettere in chiaro CHI HA AMMAZZATO Zapata Tamayo. I nedici cubani dell'Ospedale Hermanos Almejeras che hanno tentato con ogni mezzo di salvargli la vita e che spero non avrai l'ardire di definire assassini, hanno presentato tutta la documentazione riguardo il suo ricovero e l'evolversi della sua situazione clinica, hanno detto come la famiglia sia stata costantemente tenuta al corrente della situazione, la madre ha più volte ringraziato le autorità cubane ed i sanitari per quello che hanno fatto per evitare la tragica morte di suo figlio. Ben diverso il comportamento dei suoi assassini, l'emittente di Miami che ha messo in opera la messinscena è stata smascherata, esiste una registrazione della conversazione della conduttrice che chiama il suo referente cubano chiedendogli perchè la madre non si decideva a rilasciare la conferenza stampa "concordata", la risposta è stata agghiacciante in quanto gli fu risposto che la madre aveva preferito andare in ospedale ad assistere il figlio morente e che questo metteva in crisi tutto il "progetto". "La madre deve decidersi se vule vedere il figlio o fare la conferenza stampa" ha urlato su tutte le furie il difensore dei diritti umani.... La morte del disgrazsiato non solo non gli importava ma addirittura era "necessaria" per i loro scopi, mica li riempiono di dollari per i loro sentimenti umanitari.... Serve altro a convincerti di chi siano le responsabilità della morte di questo essere umano caduto nelle mani di criminali senza scrupoli che vivono con i fondi stanziati a valanga per infangare la Revoluciòn? Che non sarà perfetta, è fatta da uomini con tutti i loro difetti, ma è ben lungi dalle barbarie che gli vengono attribuite e che invece si consumano quotidianamente nel cosidetto "mondo libero".

Matteo ha detto...

Ma guarda io sono dalla parte di Cuba, per questo anche quando rivolgo delle critiche queste vogliono essere sempre costruttive, proprio perché voglio bene a Cuba ci tengo che migliori. Quanto poi ai provocatori secondo cui esiste il "Mondo Libero" dovere regna la libertà e la pace e gli "stati canaglia" dove regna la malvagità e la miseria questa è soltanto becera propaganda anche se spesso viene da coloro che avrebbero il compito di informare. Basti vedere come certi continuano a infangare la memoria del Che, di uno che è stato ammazzato dai sicari di coloro che servono.
Dicono di interessarsi della democrazia, e con questo intendono una mascherata in cui ci sia un'elezione, non importa quanto manipolabile e non importa se tra candidati identici e asserviti ai voleri di potenze straniere o di lobby fortissime (vedi elezioni in Iraq, Afghanistan tanto osannate dagli occidentali).
Ma la dimostrazione di quanto ci tengano veramente alla democrazia la si è avuta con il Cile di Allende, un paese democratico persino secondo i parametri occidentali (i giornali americani hanno dovuto ammettere la regolarità e l'esemplarità delle elezioni) e che sappiamo quale fine ha fatto. Stessa cosa avviene oggi per Venezuela, Bolivia, ecc.
Volevo solo chiarire la mia posizione io voglio difendere Cuba e per questo voglio che migliori.

Eliolibre ha detto...

Caro Matteo, so benissimo che sei dalla parte di Cuba e della Revoluciòn e pure io sono convinto che le critiche non possano che essere utili per il futuro della Revoluciòn. Il mio era solo un appunto per chiarire che sostenere che la polizia cubana sia violenta non corrisponde alla verità bensì ai soliti luoghi comuni ai quali pure io, militante della sinsitra italiana, credevo prima di verificare di persona qual'è la realtà cubana.
Tra l'altro9 in questo ultimi anni il dibattito sul futuro a Cuba è molto intenso e loa stampa dedica molto spazio alle critiche dei cittadini comuni. A questo processo, che io credo sia decisivo perchè la mRevoluciòn possa continuare adelante, dedicherò uno dei prossimi post.
Hasta siempre amigo.

Anonimo ha detto...

Bisogna dire che a Cuba chi professa opposizione al govermno perde il lavoro,dunque chi fa' del giornalismo indipendente ha certamente bisogno di sostegno economico,senno'come vive?
C'è su yuotube l'intervista della madre di Tamayo,accusa apertamente del maltrattamento ricevuto dal figlio,le torture che ha subito e accusa senza fraintendimenti che l'hanno assassinato....un'altro conto è ringraziare i dottori.
Tamayo era gia conosciuto da molti oppositori del governo ed era un difensore dei diritti umani.
Quando le autorita' cubane parlano di un oppositore la prima cosa è denigrare la persona,fabbricare prove che è un mercenario,accusarlo di tradire la patria,pero' non c'è mai un contradditorio!Mai!Lo fanno l'hanno fatto con tutti,sportivi,scrittori,artisti,giornalisti,semplici cittadini.
Sa una cosa,non è il solo che frequenta Cuba,ci sono migliaia di persone che lo fanno e che hanno a cuore le sorti di un popolo ormai agonizzante.
Aldo Colangelo

Eliolibre ha detto...

E dagli con i luoghi comuni! Ma chi dice che a Cuba gli oppositori perdono il lavoro????? Se ti interessa ti posso far conoscere degli antincastristi che addirittura occupano posti di comando nelle imprese pubbliche!
Ma perchè non la finiamo con queste tesi strampalate messe in giro da chi di democrazia si riempie la bocca salvo poi fare esattamente il contrario? Chi perde il posto di lavoro per le sue idee politiche non sono i cubani, piuttosto in Italia questa pratica di lincenziare comunisti e sindacalisti è in vigore da sempre e dopo la scomparsa del PCI e la caduta di tono del movimento sindacale questo fatto ha assunto proporzioni inaudite.
Quanto alla madre di Zapata Tamayo, CHE NON ERA UN OPERAIO MA UN DELINQUENTE INCALLITO, e tantomeno un PRIGIONIERO POLITICO in quanto non è mai stato processato per questioni politiche, non ha MAI FATTO POLITICA salvo poi aderire alle richieste dei sui "protettori" quando ormai la sua situazione giudiziaria era irrimediabilmente compromessa a casua delle sue delinquere, dev solo mettersi deaccordo con se stessa. La televisione cvu7bana ha mandato in onda le sue dichiarazioni in cui ringrazia MEDICI ED ISTITUZIONI per aver tentata in tutti i modi di salvare la vita di suo figlio. Se poi ha promesso di rilasciare dichiarazioni opposte ai mafiosi di Miami è un problema suo, per questo deve fare i conti con la sua coscenza....
Vorrei pregare chi scrive di evitare di riportare i soliti luoghi comuni messi in giro dalla propaganda anticastrista vile e menzognera, ci terrei ad un dibattito serio non a stupidi scontri tra idee prerconcette.

A.Colangelo ha detto...

Li conosco anch'io chi si occupa di politica in maniera diversa da come vuole il Partito.Hanno problemi di movimento,e sono sempre "velati",sono persone normali.C'è chi vive di elemosina che gli mandano i propri familiari all'estero,c'è chi vive di espedienti.Alcuni mi raccontano che ce ne sono tanti ma hanno paura di fare anche un semplice dibattito in privato,altri sanno dei tanti si fingono oppositori,invece sono degli infiltrati.Forese quelli che conosco io sono meno importanti.Tra l'altro Paya fece riferimento a certi oppositori famosi ma che invece sono uomini del Inteligencia.
A.Colangelo

Carlos ha detto...

Anche Guillermo Farinas è un delinquente o è solo uno scrittore dissidente che rischia di fare la stessa fine di Zapata?
Le scuse stanno a zero, si dovrebbe finirla di giustificare gli imprigionamenti per reati di opinione che non fanno bene né a Cuba nè ai cubani. La gerontocrazia oligarchica non è mai stata il miglior governo e tento meno il più "rivoluzionario"..

Anonimo ha detto...

Ma quale propaganda anticastrista! Guillermo Farinas è un dissidente, solo uno scrittore e rischia di fare la stessa fine di Zapata. Da quando la gerontocrazia oligarchica è la miglior forma di governo e la più rivoluzionaria?

Eliolibre ha detto...

Questo post parla della morte di Zapata Tamayo, ho descritto le sue "eroiche" gesta, le cause che lo hanno condotto alla morte e chi sono i veri responsabili, dei criminali senza scrupoli che per continuare a vivere delle "provvidenze" che vengono loro elargite da governi ignobili non si fermano davanti a niente e si metteno al servizio dei peggiori reazionari, gli stessi che stanno portando morte e disperazione in ogni angolo del mondo.
Se Farinas vuole lasciarsi morire di fame, è un suo diritto. Anche se credo che farà come Panella....
Suicidarsi per denigrare chi porta pace, salute ed istruzione a chi non ce l'ha è una scelta piuttosto discutibile....

mirco ha detto...

Visto che si parla anche di Fariñas leggetevi questo:
http://yohandry.wordpress.com/2010/03/08/caso-farinas-al-desnudo/
altro bel elemento

Eliolibre ha detto...

Grazie Mirco per il link. Pubblico l'intero testo, visto che sui nostri media non apparirà mai, in modo che tutti si rendano conto chi sono le "vittime" del regime cubano.FACCIAMOLA FI8NITA CON LE MENZOGNE e guardiamo9 in faccia la realtà, evitiamoi di SCAMBIARE VITTIME CON CARNEFICI.

Importantes medios occidentales de prensa vuelven a llamar la atención con la mentira prefabricada. Así responden a los intereses imperialistas contra nuestro país.

Mientras en Cuba tiene lugar, por ejemplo, la campaña de vacunación antipolio, que preserva la salud de más de medio millón de niños y en el Haití devastado centenares de galenos cubanos reafirman su espíritu humanista de lucha por la vida, titulares malintencionados se esmeran en orquestar una campaña en favor del contrarrevolucionario Guillermo Fariñas Hernández, en huelga de hambre, en su casa, en Santa Clara, desde hace 13 días, con la que, según ha declarado, trata de imponer la liberación de más de 20 presos contrarrevolucionarios, sancionados con todas las garantías procesales por nuestros tribunales; por actuar al servicio de intereses extranjeros, contra la independencia y el orden constitucional de nuestro país.

La manipulación es tal que reportes periodísticos llegan a plantear que el Gobierno cubano ha indicado que se deje morir a este asalariado de la Sección de Intereses de los Estados Unidos en La Habana, sin apuntar ni una palabra sobre los múltiples esfuerzos de nuestros profesionales de la salud por asistir a esa persona.

Guillermo Fariñas Hernández, conocido en el ambiente de los vendepatria como “Coco”, transita de una posición afín a la Revolución, a una conducta antisocial.

El primer acto público que reveló el claro desajuste de su personalidad, y que no tenía ningún matiz político, ocurrió a finales del año 1995, cuando agredió físicamente a una mujer, funcionaria de la institución de salud donde laboraba como sicólogo, ocasionándole múltiples lesiones en el rostro y los brazos. El delito motivó una sanción de tres años de privación de libertad sin internamiento, además de imponérsele una multa de 600 pesos.

Para evadir la justicia inventó su primera huelga de hambre y poco tiempo después traspasó el umbral del activismo contrarrevolucionario.

Con la colaboración de esos grupúsculos divulgaba su caso, hacía un sinnúmero de tergiversaciones por las emisoras radiales subversivas, además de manifestar la disposición de morir si no le daban respuestas a demandas que se le antojaban.

Un segundo hecho en el año 2002 ratifica la característica violenta de este sujeto y el evidente desprecio por su Patria y los ciudadanos que la defienden. En plena ciudad de Santa Clara, Fariñas golpeó fuertemente con un bastón a un anciano que había impedido un acto terrorista de un enviado personal del criminal Luis Posada Carriles.

Eliolibre ha detto...

Los daños en el lesionado provocaron una urgente intervención quirúrgica para extirparle el bazo.

Una vez sancionado a 5 años y 10 meses de privación de libertad en la Causa 569 de 2002 del Tribunal Popular Provincial de Villa Clara, echa mano de nuevo a su método de hacer show: la huelga de hambre.

En aquella ocasión, la posición mantenida por Fariñas Hernández le provocó una ligera deshidratación, por lo que se le indicó tratamiento con sueros. Interrumpe la huelga y el 4 de noviembre del año 2002 decidió reiniciarla exigiendo que le pusieran un televisor en la sala de Enfermería de la prisión donde se recuperaba.

El 5 de diciembre del 2003, en atención a sus padecimientos de salud, se le concedió una licencia extra-penal (en el artículo 31, incisos 3.b y 4, del Código Penal, se establece la facultad de conceder la suspensión del internamiento al sancionado a privación de libertad por causas justificadas, sobre la base de que observe buena conducta), en cumplimiento de nuestras leyes y con base en la concepción humanitaria de nuestra justicia y sistema penitenciario.

Tres años después, este agente al servicio de los Estados Unidos protagoniza un ayuno prolongado para exigir a funcionarios de ETECSA el acceso a Internet desde su domicilio. Fariñas es un asiduo reportero de la infame emisora nombrada Radio Martí y de otras estaciones anticubanas.

Su hoja de servicios es amplia también en la asistencia a actividades de todo tipo de la SINA y algunas sedes diplomáticas europeas que dirigen la subversión en Cuba, de las que recibe instrucciones, dinero y abastecimientos.

Existen principios bioéticos que obligan al médico a respetar la decisión de una persona que ha decidido iniciar una huelga de hambre.

Por tanto, de ningún modo puede forzársele a ingerir alimentos, como hacen cotidianamente las autoridades norteamericanas en las cárceles y centros de tortura de Guantánamo, Abu Ghraib y Bagram, en violación de los derechos de los detenidos.

La medicina solo puede actuar cuando el paciente ha entrado en shock, fase en que como regla resulta tarde, pues el ser humano está en los límites de la supervivencia, lo que se llama punto de no retorno.

Como consecuencia de episodios sucesivos de huelgas de hambre, el organismo de Fariñas se encuentra en un proceso de deterioro notable.

Si hoy está vivo, hay que decirlo, es gracias a la atención médica calificada que ha recibido sin importar su condición de mercenario.

En este caso, no es la medicina la que debe resolver el problema intencionalmente creado con el propósito de desacreditar nuestro sistema político, sino el propio paciente y los apátridas, diplomáticos extranjeros y medios de prensa que lo manipulan. Las consecuencias serán de su entera y única responsabilidad.

Cuba, que ha demostrado con creces que tiene como divisa principal la vida y la dignidad del ser humano, no aceptará presiones ni chantajes.

Eliolibre ha detto...

Al solito anonimo cialtrone (oggi si chiama Marino....) che riporta pari pari le menzogne anticubane dei ser4vi dell'imperialismo crimanale: ma tu mi credi tanto fesso da dare spazio ai tuoi deliri ed ai tuoi insulti? Ovviamente censuro il tuo delirio, se ciò ti fa felice continua pure, finirai sempre nel posto dove meriti, il cesto della spazzatura.