mercoledì 26 novembre 2008

Chàvez stravince ma....

Chavez stravince le elezioni amministrative in Venezuela. Malgrado alcuni suoi ex sostenitori non abbiano aderito alla formazione del Partito Socialista Unito ed abbiano creato loro partiti in concorrenza al PSUV, quest'ultimo ha vinto in 17 regioni su 22. Due sono andate all'opposizione per un soffio grazie al fatto che si sono candati partiti di sinistra in alternativa a Chavez. Il successo di Chavez e l'alta affluenza alle urne dimostra che le sue politiche continuano a riscuotere successo e che i pochi contestatori che cercavano una loro visibilità politica non contano praticamente nulla. Interessanti le note delle agenzie di stampa "democratiche", iniziano tutte dicendo che "Chavez vince le elezioni ammanistritave ma......" e giù a dedicare spazio a quelle pochissime realtà dove non ha vinto. E' la stampa "libera e democratica" signori.... Come se in Italia Rifondazione Comunista vincesse tutte le Regioni meno due o tre ed invece di rimarcare un quasi plebiscito ci si sprecasse a discutere del fatto che non ha vinto tutto. E pensare che scrivono della vittoria "plebiscitaria" di Berlusconi che in coalizione ha ottenuto il 47 per cento dell'ottanta per cento dei votanti, praticamente poco più di un terzo degli aventi diritto al voto. Ma si sa, quando vincono i padroni è diverso di quando vince il popolo.....

Per tagliare la testa al toro sulla consistenza della vittoria dei socialisti venezuelani, in alto trovate un grafico con riportate le percentuali delle ultime consultazioni, quì sotto una piantina politica del Venezuela. Chi sostiene che l'opposizione "ha recuperato fortemente" non può che far altro che constatare che il Rosso avanza alla grande. Forse anche i nostri pennivendoli "arrossiranno".....

29 commenti:

Anonimo ha detto...

Ti sei dimenticato Caracas vinto dall'opposizione e di specificare che:
1)L'opposizione ha vinto nelle aree che producono il 70% del PIL (Valore al netto del petrolio)

2)L'opposizione ha preso il 45% dei voti degli aventi diritto (non dei votanti)

3)Chavez stesso ha ammesso la sconfitta e alla faccia del referendum (perso) ha dichiarato di voler restare oltre il 2012 per continuare la "revolution"

Eliolibre ha detto...

Guarda bene i risultati, poi se sei contento esulta pure. Io spero che Chavez continui a prendere "queste" batoste!!!
Se In Italia vincesse la sinistra con le percentuali che si leggono sopra ma perdesse per pochisimo Roma a causa del fatto che si presenta un'altra lista di sinistra in concorrenza, tu diresi che la sinistra ha perso? Siete veramente ridicoli!!!!!!
Potete scrivere quello che volete, i risultati sono lì da vedere ED IL VENEZUELA E' SEMPRE PIU' ROSSO!!!!!
Le prossime elezioni fate votare solo le città con il PIL più alto, saranno più democratiche........
MA PERCHE' NON SAPETE PERDERE????????
p.s. se l'opposizione avesse preso il 45% degli aventi diritto avrebbe stravinto. Almeno la matematica non è un'opinione....
Però nel tuo particolare modo di intendere la democrazia potrebbe pure essere, mischiando il PIL, con il FMI, dividendolo per il WTO e sottraendo il Tasso di sconto moltiplicando poi il tuto con il rate della Banca Mondiale potrebbe anche darsi che Chàvez abbia perso.......

alessandro perrone ha detto...

Trasparenza Totale

Chi ne dubita? Osservatori di ogni parte e di tutte le caratteristiche hanno assistito alle elezioni in Venezuela il 23 novembre. Hanno trasmesso i loro dispacci in assoluta libertà.

L’oligarchia gridava forsennatamente, lanciando al mondo la brutale calunnia che il prolungamento dell’apertura dei seggi, che dava ai cittadini l’opportunità di votare, aveva il proposito di permettere una frode, anche se era stato accordato ed annunciato precedentemente dal Consiglio Nazionale Elettorale.

Se gli Stati uniti adottano queste misure per facilitare le elezioni indirette del presidente di questo paese, che è un modello per gli oligarchi venezuelani, è assolutamente corretto; ma in Venezuela no, anche se non si tratta dell’elezione del presidente, che è diretta così come gli altri incarichi esecutivi.

L’abbietta sottomissione all’impero, la fuga del denaro con incontabili migliaia di milioni di dollari che sfuggono ogni anno, mantenere la povertà, l’analfabetismo e la disoccupazione al di sopra del 20%, è per gli oligarchi il solo modo pulito e onorevole.

Non mi permetterei di dare opinioni di sorta in relazione ad altri paesi di questo emisfero se dimenticassi che siamo fratelli e che Martí, che ha lottato ed è morto per Cuba e per Nuestra America, disse un giorno di fonte alla statua del Libertador Simón Bolívar: " Ditemi come servire il Venezuela: lei in me ha un figlio”!

Nel seno di questo fraterno popolo lavorano 40.000 compatrioti altamente qualificati che sono disposti a dare la propria vita per il popolo di Bolivar e assieme a lui correre i ischi di qualsiasi colpaccio imperialista.

Io non sono un intruso opinante nel paese dell’ALBA.

Il Venezuela si può trasformare in un modello di sviluppo socialista partendo dalle risorse che le transnazionali estraevano dalla sua ricca natura e con il sudore dei lavoratori manuali e intellettuali.

Nessun potere straniero determinerà il suo futuro.

Il popolo è padrone del suo destino e marcia creando alti livelli d’educazione, cultura, salute e pieno impiego. È un esempio da seguire da parte di altri popoli fratelli di questo emisfero, senza mettersi in ginocchio: non desidera farsi rimorchiare da un impero che li saccheggia.

Il Venezuela reclama con ragione e dignità, dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si disegni una nuova struttura finanziaria internazionale.

Cuba l’appoggia in questo impegno.

Quando si osservano le notizie internazionali sembrerebbe che la URSS si sia disintegrata ieri. Come direbbe Stella Calloni oggi, lunedì l’apparato del terrore mediatico si è scatenato, ma dopo la nebbia senza dubbio emergerà di nuovo la verità .

Le elezioni di ieri costituiscono un grande salto di qualità per il processo rivoluzionario bolivariano, in molti aspetti che si possono misurare; non come dice l’apparato di disinformazione di massa: “Castro pensa che la Rivoluzione in Venezuela continuerà ad andare avanti nonostante le elezioni”. No! Precisamente per l’analisi dei dati fondamentali riflessi dai bollettini del Consiglio Nazionale Elettorale, vedo con chiarezza la grande vittoria ottenuta.

Ci sono stati dati precisi, una vittoria che non lascia dubbi dei candidati a governatore in 17 Stati sui 22 del Venezuela, una maggior affluenza, con 1,5 milioni di voti in più di quelli ottenuti dai candidati dell’opposizione che aspiravano a questi mandati, 264 municipi su 328 dove si sono svolte le elezioni. Non esiste un partito d’opposizione: esiste una somma di oppositori con una mezza dozzina di partiti e una trasparenza totale.

Per questo dico e reitero che la fiamma della Rivoluzione sarà molto difficile da spegnere in Venezuela!

Fidel Castro Ruz

– 24 Novembre del 2008

Eliolibre ha detto...

Quando si dice dire le cose come stanno, vero Alessandro? Invece la nostra stampa dice le cose che i padroni vogliono che si dicano. E la dittatura sarebbe quella cubana....
Ma ci hanno convinto che la democrazia è questa e che il nemico è sempre là....

diario ha detto...

saluti da Cuba.
qui la situazione e´difficile (e nessuno lo ha mai negato) ma condivido sempre piu´quello che dice elio.

Eliolibre ha detto...

Buona vacanza. Credo che sarà un'esperienza indimenticabile.
Hasta pronto

Lurtz S. ha detto...

Ciao, articolo molto interessante.Ma sai, nell'era del postmodernismo e del "vero a seconda" tutti possono dire la loro...anche la loro balla...
(Gianluca, Uruk-Hai Zeitung)

Anonimo ha detto...

Pero ha perso quello sul socialismo,e questo non è poco!
mario

Eliolibre ha detto...

pecialmente se ben stipendiati per raccontare palle.....
Gianluca, ho visitato il tuo blog, molto interessante. Anche se i post meritano non ho commentato perchè sono di fretta. Alla prossima.
P.S. Mi traduci Uruk-Hai Zeitung? Capisco molte lingue ma il tedesco proprio non mi ha mai preso.

Eliolibre ha detto...

"Mario", trovami uno che ha vinto tanto come Chàvez e che a metà mandato chiede se essere confermato o meno. Per il socialismo c'è tempo, e non mi sembra che non abbia fatto dei grandi passi anche in quella direzione. Ripeto quella che è la mia più grande convinzione: IL FUTURO DELL'UOMO SARA' SOCIALISTA O NON SARA'.

Anonimo ha detto...

O.T.
Non ho il tuo indirizzo e non so in che altro modo contattarti per la puntata di Radio 2 Trame sul grande Gino Donè.


a.bon6iorni@gmail.com
Attilio Bongiorni

alessandro perrone ha detto...

Elio, non sapendo dove postare t'invio la seguente notizia.


DA: http://www.misna.org/news.asp?a=1&IDLingua=2&id=232664

CUBA
14/12/2008 16.00
DALL’AVANA IL PRIMO ‘VACCINO TERAPEUTICO’ CONTRO IL CANCRO AI POLMONI
Medicina e Salute, Brief

Giugno 2008 - Si chiama ‘Cimavax Egf’ il primo vaccino terapeutico contro il cancro ai polmoni registrato a Cuba e nel mondo: lo ha annunciato la dottoressa Gisela González, capo della squadra di specialisti che ha sviluppato il nuovo farmaco al Centro di immunologia molecolare (Cim) dell’Avana. Complementare ma non sostitutivo di trattamenti come la radio o la chemioterapia “provoca una risposta immunitaria dell’organismo contro la malattia, è sicuro e aumenta la longevità dei pazienti con una buona qualità della vita” ha detto la González. Gli studi per realizzarlo sono cominciati nel 1992, il primo test clinico è stato effettuato nel 1995 e oggi viene sperimentato su 579 pazienti in 18 ospedali cubani; altri esperimenti per un farmaco analogo sono stati realizzati in Canada e Inghilterra, sono in corso di svolgimento in Malesia e previsti entro l’anno anche in Perù e Repubblica popolare cinese. L’azienda canadese ‘YM BioScience’ ha acquisito i diritti per la produzione negli Stati Uniti d’America sottoscritti nel 2004 dalla società californiana ‘CancerVax Corporation’ con il governo cubano ; il ‘Cimavax’ è già stato autorizzato dall’ Ofac, “Office of Foreign Assets Control” del dipartimento del Tesoro americano.

Eliolibre ha detto...

Un altro esempio che la ricerca paga. Basta investire e non guardare solo agli utili. Questo è il grosso limite del sistema capitalista, si fa solo se rende. Ma la salute non è una merce....
Grazie Alessandro per l'informazione.

Anonimo ha detto...

ciao alessandro e ciao elio.
grazie per questa splendida notizia sulla ricerca.
sempre della serie cuba la scandalosa.
un abbraccio

Eliolibre ha detto...

Ciao Maria, non ho più postato perchè avrei gia dovuto essere partito da una settimana ma purtroppo ho dovuto rinviare al due gennaio. Appena riesco a trovare un momento metto giù qualcosa di decente.

alessandro perrone ha detto...

Da http://it.peacereporter.net/

Cuba, scambio di prigionieri?

Anche se a distanza il dialogo tanto atteso fra l'Havana e Washington è già iniziato.
Si aprono nuove prospettive di dialogo fra le parti. Adesso la diatriba riguarda i detenuti politici presenti nelle carceri cubane. E soprattutto i cinque agenti cubani dietro le sbarre negli Usa.
Era stato Raul Castro ad aprire agli Usa in più di una circostanza: a febbraio, quando fu eletto alla guida dell'isola, ma anche in questi giorni dal Brasile dove si trova per la la cumbre del Grupo del Rio. Oggi più che mai sembra che le possibilità di sedersi a un tavolo e riaprire il dialogo sui rapporti fra i due paesi siano una realtà. Ma ci sono dei punti da risolvere.Washington chiede all'Havana la liberazione di tutti i prigionieri politici detenuti nelle galere cubane. Senza condizioni e senza pretendere nulla in cambio. Questo in risposta all'invito cubano agli Usa di fare un gesto tangibile per iniziare il cammino che conduca all'apertura del dialogo.Ma l'Havana non ci sta e chiede in cambio l'immediata liberazione dei cinque cubani detenuti nelle carceri statunitensi dal 2001 e visti come eroi all'Havana.
"Da molto tempo abbiamo chiesto a Cuba di liberare i prigionieri politici e adesso chiediamo che lo faccia immediatamente" ha detto Heidi Bronke, responsabile dell'ufficio del Dipartimento di Stato per i rapporti con l'America Latina del nuovo pool del presidente eletto Obama. "Se vogliono i dissidenti possiamo mandarli domani mattina insieme a tutte le loro famiglie" ha detto durante una conferenza stampa Raul che ha aggiunto: "In cambio, però, vogliamo il ritorno a Cuba dei nostri cinque eroi. Per aprire il dialogo ci deve essere un gesto importante da entrambe le parti". I cinque cubani incarcerati, miti a Cuba, delinquenti negli Usa, erano stati giudicati colpevoli di attentare contro la sicurezza nazionale statunitense e per questo condannati a pene detentive varianti dai 15 anni all'ergastolo. I cinque, però, erano stati inviati negli States da Fidel per combattere contro i gruppi di esiliati armati di Miami in procinto di organizzare attacchi contro l'isola.
Intanto lungo il Malecon della capitale cubana sono in molti ad attendere ciò che succederà. Obama ha già detto che una volta preso possesso ufficialmente della poltrona presidenziale sarà possibile rivedere e alleggerire alcune restrizioni che contribuiscono a dilaniare l'economia dell'isola. Forse saranno tolte le restrizioni che riguardano i viaggi verso Cuba e l'invio delle rimesse. già nell'agosto scorso alcune modifiche alle restrizioni erano state fatte dal governo di George W. Bush. Ad esempio erano state riviste le restrizioni sugli scambi commerciali dei prodotti agricoli. La commissione del Senato Usa aveva anche allentato la morsa sui viaggi dei cittadini Usa verso l'Havana. Inoltre, il 66 percento dei cittadini statunitensi di origine cubana si è detto favorevole alla fine dell'embargo economico verso l'isola che cifre approssimative sarebbe costato allo Stato cubano 1,2 miliardi di dollari. Secondo alcune stime, reclusi nelle carceri cubane dovrebbero esserci più o meno 200 persone. Tutte colpevoli di reati d'opinione. Nel giugno scorso, invece, la Corte d'Appello del tribunale Usa ha detto che le posizioni di tre dei cinque eroi cubani potrebbero ben presto essere riviste. Un dialogo così pacato e disponibile fra Washington e l'Havana non si era mai visto.

Eliolibre ha detto...

Che ne diresti Alessandro se TUTTO IL MONDO liberasse i prigionieri politici? Solo gli Usa dovrebbero chiudere migliaia di carceri. Ma come sempre quello che vale per loro non vale per il resto del mondo. Un criminale USA che bombarda popoli innocenti è un eroe, un eroe che combatte l'invasione Usa è un criminale. Forse sarebbe giunto il momento di guardare in faccia la realtà e non concedere sconti a nessuno. Ma si doverbbero condannare a miglia di ergastoli, o pena di morte come fanno loro, tutti i Presidenti USA. Ed io non mi faccio troppe illusioni nemmeno su Obama, non dimentichiamoci che i presidenti Democratici, Kennedy e Clinton in testa, quanto ad aggressioni a popoli innocenti non sono stati secondi a nessuno.
Comunque la speranza è l'ultima a morire, stiamo a vedere.

Anonimo ha detto...

buon natale elio. auguri di cuore a te e alla tua famiglia. e che possiate realizzare il vostro sogno...
venceremos elio!
un abbraccio

Eliolibre ha detto...

Grazie Maria, tantissimi auguri anche a te ad a tutti tuoi cari. Che il prossimo anno segni una svolta per tutti coloro che anelano ad un futuro solidale e di pace.

Anonimo ha detto...

Caro Elio, c'è una bellisssima intervista a Pablo Milanes, se no sbaglio tuo caro amico a Cuba.
Invito gli amici del blog, oltre a te di andarla a leggerla. E' molto bella e toccante.
http://www.publico.es/culturas/186756/socialismo/cubano/estancado

buona lettura.

Anonimo ha detto...

intervista a Pablo Milanes.

Anonimo ha detto...

ti ri do' il sito
www.publico.es/culturas/186756/socialismo/cubano/estancado

Eliolibre ha detto...

Potevi anche evitare di postare tre volte. E sopratutto potevi firmarti ed evitare pure le solite stupide provocazioni. A cominciare dal caro e dall'amicizia che mi legherebbe a Pablo Milanès. Non ho la fortuna di conoscerlo come amico, ma mi basta conoscere la sua arte immensa. Quanto alle critiche di Pablo, che ci trovi di strano? Che i cubani possono criticare senza finere fucilati come raccontano i propagandisti prezzolati dei "nostri regimi"?
Anche se il taglio dato all'intervista è quello di far apparire Pablo come uno che rinnega Cuba, a me sembra che invece assolva pienamente la Revoluciòn e chieda un nuovo impulso per il socialismo. Non solo non lo rinnega, lo vuole ancora migliore, che è poi quello che pensa il sottoscrtitto. Che i vecchi dirigenti debbano dare spazio a nuove energie per affrontare le nuove sfide che la modernità ci presenta, mi sembra un'altra richiesta sensata. Purchè si faccia attenzione a non cadere dalla padella nella brace. C'era una volta anche un altro grande Paese che elesse Presidente un cinquantenn che ambiva a modernizzare la società, finì che quel Paese ora non c'è più, pochi cialtroni si sono impossessati dei beni collettivi e povertà, miseria, droga, guerra morte e disperazione hanno preso il posto della pace e della convivenza civile. Poi quanto a vecchi al potere, sarebbe il caso di guardare in casa nostra. Fare Ministra di niente qualche ballerina succhiacazzi non vuol dire ringiovanire il Governo, il potere è ben saldo nelle mani dei soliti personaggi che stanno sulla scena almeno tanto come quelli cubani. Con la differenza che il potere serve solo ai loro interessi pivati.

Anonimo ha detto...

Guarda che l' intervista, non parla dell' italia ma di Cuba.
Secondo me dice ben altro oltre all' età parla di una situazione arrivata,al capolinea, ci vogliono riforme radicali,un cambiamento dei burocrati. Cuba con l' entrata al gruppo di Rio, deve per forza di cose cambiare, Milanes fa parte di questo cambiamento.Prevedo nel medio termine delle elezioni pluripartiche, queste sono le prime avisaglie, dette da uomini vicino al potere.

Eliolibre ha detto...

-Guarda che l' intervista, non parla dell' italia ma di Cuba-
Piuttosto tu guarda che quando si vuole giudicare un altro Paese non si può prescindere dal proprio. Troppo facile accusare gli altri sorvolando sulle proprie schifezze.
E ricordati che Pablo Milanes è uno dei grandi intellettuali della Revoluciòn, ciò che dice, oltre a riconescerne tutti i meriti, è che vuole ANCORA PIU' SOCIALISMO non il contrario!!!!!! Poi mi sembra che i cubani sono gli unici a dover decidere del proprio futuro, qualunque siano le loro scelte io le rispetterò. Chi sei tu invece per erigerti a giudice e dare loro lezioni? Che Dio li salvi dai predicatori di democrazia, farebbero la fine dei miliardi di persone che soffrono fame e sete fino a morirne per soddisfare gli appettiti degli esportatori di democrazia. Dai retta a me, lascia in pace i cubani, loro sanno benissimo cosa vogliono, preoccupati piuttosto delle tragedie che affligono il TUO paese. Quando il ceto medio è ridotto alla fame, quando anzichè perseguire i truffatori si perseguono i giudici, quando migliaia di lavoratori perdono la vita ogni anno a causa dello sfruttamento e quando l'incredibile numero di assassinii sono in maggior parte commessi dentro la famiglia, forse vale la pena di preoccuparsi di ciò che ci circonda invece di erigersi a giudici degli altri. Comunque fai come meglio credi, contento tu.... Però astieniti di cercare scontri su questo sito, ho detto mille volte che NON E' QUESTO IL SUO SCOPO! O ti attieni alle regole che ho mille volte esposto o prenderò i dovuti provvedimenti.
Adios

Anonimo ha detto...

Buongiorno Elio, mi sembra che tu dici tutta una serie di cose, un po' strane. Questo tuo blog parla di Cuba. Tu vuoi parlare di Cuba, io non ho fatto altro che dare uno spunto, alla discussione. Se volevo paralre del ceto medio italiano, andavo su di un blog che si parla di questo, o sbaglio?
Tornando, all' intervista, Appunto come dicevo ieri, Milanes,è una persona molto vicina, al establishment cubano, fine intelletuale, se Lui si permette a fare queste critiche al regime, è perchè qualcosa bolle in pentola.
Chiaramente, io penso, che con l' accordo fatto con il gruppo di Rio, cuba deve per forza di cose, cambiare qualcosa nella sua politica interna, molto probabilmente ha promesso delle elezioni democratiche per poter entrare in questo importantissimo club. Poi c' e' la questione della moneta unica caraibica, che Chàvez, vuole assolutamente, ma la situazione politica cubana frena l' operazione. Quindi mi sembrava interesante questa intervista per il suo significato e segnale che da al mondo. Tutto qui Elio,poi se non ami parlare di Cuba,non fare un blog su cuba, mi sembra logico.
Salutoni Felippo.

Eliolibre ha detto...

Forse quello che non hai capito è che io NON AMO LE PROVOCAZIONI, ed il tuo inmtervento era tale, e per lo più in forma anonima, che la dice lunga sulle intenzioni. C'è modo e modo di parlare di un argomento e chi, come il sottoscritto, ha deciso di tenere un blog per fare controinformazione non per insultarsi, deve saper distinguire tra chi vuole discutere e chi vuole provocare scontri che, ripeto, quì non sono graditi. Se lasciassi libero sfogo alle diatribe come purtroppo avviene su quasi tutti i blog che parlano di Cuba, potrei avere centinaia di interventi e farmene vanto, ma non è questa l'intenzione del blog, l'ho già spiegato mille volte. Questo è un blog dedicato alla mia seconda patria e vuole smascherare la mantagna di menzogne che vengono raccontate, sopratutto a "sinistra" (e si vede che fine si fa a mentire e tradire ideali tanto nobili....) per denigrare l'esperienza cubana. Smentire ciòè il luogo comune secondo cui esisterebbe un regime cubano antidemocratico, e noi, i paesi democratici. Non c'è bugia più grossa di questa, non a caso per sostenerla si investono capitali enormi in propaganda "democratica". La democrazia è un'altra cosa, e la si pratica non la si propaganda. Non a caso il risultato sono i vari Berlusconi, Bush, Blair, Aznar, e compagnia bella. Io non distinguo tra regimi socialisti e regimi "democratici", ma tra poteri e poteri. Ed il primo è molto meno opprimente del secondo, checchè ne dicano i nostri pennivendoli, imbonitori a pagamento.
Comunque tu sei padrone di pensarla come vuoi, io non intendo convincere nessuno ma solo offrire opportunità di riflessione, poi ognuno è libero di fare ciò che meglio crede. Ora mi sto dedicando a preparare le valigie, sono già in ritardo di tre settimane a cusa della cialtroneria di chi ci governa che sembra trovare gusto a creare problemi anzichè risolverli. Ma il sadismo del potere è un'altra chicca della nostra "democrazia".....
PS. Mi dimentcavo di avvertirti, sembra non te ne sia accorto, che Cuba è in movimento dal 1959, la sua staticità granitica è un'altro luogo comune artatamente creato. E dell'integrazione latinoamericana Cuba ne è la protagonista maggiore, non quella costretta ad adeguarsi e che crea problemi. Certo che si dovrà adeguare, ma non per costrizione ma per scelta! Malgrado l'ostilità di chi sappiamo e dei loro servi stupidi, Cuba nell'area gode il rispetto, la stima e l'invidia di quasi la totalità dei governanti e sopratutto dei governati. Anche l'Unione Europea ha costretto i vari Paesi ad adeguarsi, anche se qualcuno, il nostro in particolare, di problemi ne crea non pochi e di europeismo in chi ci governa non sembra che ne sia rimasto un gran che. Mi sembra di sentire più odore di disintegrazione che di integrazione, di razzismo che di umanesimo. O sbaglio?

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good

Anonimo ha detto...

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