mercoledì 4 aprile 2007

Recensione


Tratto dal sito http://www.siporcuba.it riporto la recensione del film di Juan Alberto Cremata che ha ispirato il nome del blog. Sul sito http://www.vivacuba-lefilm.com/ potete trovare molto materiale al riguardo. E' in francese ma vale la pena visitarlo anche se non si conosce la lingua.

VIVA CUBA! Il primo film cubano per bambini e con bambini
A Cuba non c’è niente di più importante di un bambino e si fanno molte cose per i bambini. Il lavoro sostenuto dalla mia famiglia per molti anni è testimonianza di tutto questo...
Incredibilmente però nella storia della cinematografia cubana non ci sono film fatti per i bambini e con i bambini. Questa è una storia per tutte le età e sarà un film economico ma con una grande portata artistica. Vogliamo che questo film nasca e che lo vedano tutti i bambini del mondo... ha dichiarato il regista di “Viva Cuba” che è la storia di Malú e di Jorgito, due bambini cubani che vivono a Regla, un quartiere al di là della baia dell’Avana, che provengono da famiglie con una differente visione della Rivoluzione e che cercano di impedire la loro amicizia.
I due bambini scappano e percorrono quasi tutta Cuba vivendo mille avventure e partecipando persino a una manifestazione di massa.
Il regista Juan Carlos Cremata ha detto che il suo film “Va visto con occhi da bambino anche se la pellicola è diretta a tutto il pubblico e la dovranno vedere anche gli adulti.”
“È una storia romantica vista da due bambini che cercano affetti autentici e vogliono vivere la loro amicizia, difendendo il diritto di restare con i loro amici, con la loro educazione, nella loro scuola e con la gente che conoscono”, ha dichiarato Luisa Maria Jimenez, una delle protagoniste, durante la presentazione. La sceneggiatura è dello stesso Cremata con Manolito Rodríguez ed è “una delle più belle e straordinarie storie del cinema cubano.
A Cuba i bambini assai difficilmente partecipano professionalmente con adulti a pellicole e spettacoli. Ci sono le formazioni di bambini, i cori, c’è la Colmenita, per esempio, un gruppo famoso in tutta l’America, ma non esiste il bambino artista e tanto meno ci sono bambini “famosi” per quanto bravi possano essere. Le voci dei bambini alla rado vengono fatte dagli adulti per esempio. Prima vengono la scuola, la famiglia, educazione, le relazioni sociali etc. e in questi ambiti si sviluppano anche le capacità artistiche, come tutte le altre capacità d’altronde.
“Viva Cuba” è una grande novità e se ne parla già ora che si sta cominciando girare questo film, che verrà presentato al Festival Internazionale del cine latino americano, in dicembre.
Cremata è alla sua seconda esperienza di lungometraggio; la sua opera prima “Nada”, ha ricevuto molti riconoscimenti in vari paesi. La produzione di “Viva Cuba” è della Casa TVC QUAD di Parigi, con la collaborazione de La Colmenita, la FNCL, EICTV, Rete Unial della UNESCO e vari sponsor come Hoteles Horizontes, Los Portales S.A., Palmares, Isla Azul, Transtur.

25 commenti:

Conciencia Personal ha detto...

Elio:

Habrá que verla. En tan pocos días de publicado, el blog VIVA CUBA está tomando mucha fuerza, te felicito.

Hoy puse un post sobre el CHE y te lo dedico a ti, Elio.

Un beso, Monique.

Eliolibre ha detto...

Muchas gracias por tu post Monique.
Me emocionaste!
Un abrazo.
Elio

mirco ha detto...

Buona pasqua Elio

Francesco ha detto...

Buona pasqua Elio, que la pases bien....ciao

Eliolibre ha detto...

Buona Pasqua a voi, e a tutti, credenti o non, da parte di un agnostico libertario

Anonimo ha detto...

Nel 2006, il WWF, l’organizzazione internazionale più importante per la protezione dell’ambiente, con più di 5 milioni di membri e con la presenza in più di 100 paesi, ha affermato, nella sua relazione annuale “Planète Vivante 2006”, che Cuba è l’unica nazione del mondo che ha raggiunto uno sviluppo sostenibile.
Con queste credenziali credo il Comandante abbia diritto di dire la sua su questioni ambientali, molto più di tanti chiacchieroni che non sano nemmeno di cosa parlano.
Chi "conosce" Cuba solo attraverso la propaganda politica capitalista (anche di pseudosinistra)parla a vanvera.

AUGURI COMANDANTE!!!!!

Eliolibre ha detto...

Sicuramente ti riferisci all'articolo che Fidel Castro ha scritto alcuni giorni fa sul Granma. Ovviamente è stato criticato, quando non ignorato, dai nostri mezzi di informazione, solitamente molto attivi quando c'è da diffondre una notizia, falsa, contro Cuba. Non posso che condividere in pieno il tuo scritto, chi più di Fidel Castro può prendere posizione su tali argomenti? Purtroppo ha avuto più eco la sparata di Bush, il capo, o fantoccio messo lì a fare la parte, di tutto quel sistema economico che domina il mondo al di sopra dei vari Governi. Lui va nei luoghi, incontra le persone, e dice le parole che il potere economico internazionale vuole che visiti, incontri e dica. Dietro tutte le tragedie dell'umanità si nasconde questo potere assoluto dei padroni dei capitali che tutto decidono e dirigono. Con la compiacenza dei nostri Governi "democratici" che senza essere collusi con questi cialtroni non potrebbero governare un bel niente. La storia è lì per essere letta. E ci si spiega come chi stava nel PCI ha prima dovuto rinnegare tutta la suo storia politica per poter arrivare al potere. Ora per poter continuare a governare con il permesso di questi signori, si stanno inventando il Partito Democratico! Se si toglie qualsiasi riferimento al socialismo, non ci sarà più nessun problema. E si continuerà con la svendita del patrimonio pubblico, che tutti noi abbiamo pagato con le nostre tasse, e con il sempre maggior sfruttamento delle persone.
Ecco perchè Cuba è un'anomalia e viene vergognosamente denigrata da tutti i media, che guarda caso sono di proprietà di lor signori.
E' compito di tutti i sinceri progressisti fare conoscere la verità a più gente possibile per porre fine a questo scempio che sta portando l'umanità verso un baratro senza uscita.
Buone feste a tutti. Io vado a portare a spasso il cane e mi rimetto a lavorare. Sono convinto che tutti i giorni siano uguali e che festa e lavoro debbano essere gestiti secondo le nostre necessità e non "comandate".
Hasta siempre.

Francesco ha detto...

Ciao Elio
visto che della religione condividiamo una visione secondo me "equilibrata",perchè anch'io sono un agnostico, tendente all'ateismo, consapevole che le due cose vanno in conflitto, vorrei consigliarti un libro di un filosofo autodidatta, Dario Bernazza, dal titolo "la soluzione del problema dio", che in me a suo tempo suscitò una rivoluzione spirituale che tutt'oggi mi accompagna. Penso che trovare questo libro sia difficile ma se ci riesci, vale la pena leggerlo...ciao e buona pasqua... visto che da secoli questa usanza fa parte della nostra cultura, spassionatamente ma senza impegno ti rivolgo nuovamente gli auguri...

Eliolibre ha detto...

Caro Cecco sì, purtroppo il libro di cui parli non è più in circolazione, però ho trovato una recensione sul sito dell'UAAR. Ovviamente concordo con le tesi dell'autore.
Hasta luego

Anonimo ha detto...

Osservo con apprezzamento che hai reso il blog piu' accessibile,cio' rendera' la partecipazione piu' spontanea anche se dovra' essere monitorato con piu' attenzione.
Sono certo che questo spazio diverra' il luogo di incontro di chi conserva CUBA nel CUORE,le poesie che ho letto nel post precedente ne sono testimonianza,con piacere ho notato che anche l'amico "cecco si" inchiostra con le POESIE, oltre alla gia' conosciuta Roberta che saluto!
Un BLOG su CUBA, ma in particolare un blog sulle EMOZIONI di CUBA,cio' e' MOLTO, MOLTO, di PIU'.
A presto ed HASTA SIEMPRE.
KALOS

Eliolibre ha detto...

Ciao Kalos, Cuba, cuore ed emozioni mi sembrano ingredienti molto attinenti a questo blog.
Quanto all'accesso, all'inizio ho dovuto porre dei limiti per evitare le inevitabili intrusioni dei soliti noti.... ora mi sembra giusto che rimanga libero agli interventi di tutti. Purchè si mantenga un minimo di correttezza, altrimenti non avrò timore ad usare la censura.

robby ha detto...

Ciao ,apprezzo il proseguimento di questo blog che seguo con passione..
passione che abbiamo tutti noi per Cuba e cuore ed emozioni sono certamente argomenti che ci appartengono , e visto che quando si parla di emozioni per Cuba io non resisto... questa e'per tutti voi ma soprattutto per me e voglio dividerla con chi capisce questo tipo di sentimento....


Se chiudo gli occhi
vedo il tuo mare…il tuo cielo.
Vedo un uomo
che guarda assorto
un alba qualunque
in un giorno qualunque.
I passi lasciano impronte leggere
sulla sabbia bianca,
senza rumore,
solo un sottile fruscio.
Le onde dell’oceano,
fragorose, si spingono
contro la sua anima;
la linea sottile tra cielo e mare
si rompe di luce
e i suoi pensieri ora danzano
in un vortice di sogni…
Se chiudo gli occhi
vedo i colori della mia isola
forte di passioni sanguigne,
dolce di malinconie velate,
graffiata da ferite laceranti,
vissuta d’amore.
Terra, sogno e speranza.
E nel mio vivere trascino
la tua essenza,
per non lasciarti mai.


besos, Roberta

Eliolibre ha detto...

Non c'è modo migliore per esternare le proprie emozioni, che la poesia. E questo blog vuole essere un contenitore di emozioni, per questo ben vengano le poesie. Specialmente se di ottimo spessore come questa.

Francesco ha detto...

cara Robby...è sraordinaria bellissima..complimenti

Francesco ha detto...

Sono un po’ indeciso se pubblicare questo mio racconto scritto tempo fa vista la lunghezza, ma se chiedessi anticipatamente scusa al titolare del blog per la mia “irruenza mediatica”?…SCUSAAA…non è una poesia ma un racconto di vita vera nell’infanzia della mia vita, o per meglio dire, l’infanzia della mia nuova vita…se vi va buona lettura..

UNA,CENTO, MILLE CUBA…W LA REVOLUCION



…«Mi dispiace ma i voli per Faro sono tutti stracolmi di gente»…..Quanto amo tuttora queste parole, pronunciate da una grassottella signora dell’agenzia di viaggi, nella quale mi ero rivolto assieme ad amici per passare le vacanze nel luglio del 1996 in Portogallo.«…Ma se volete ragazzi, ci sarebbero gli ultimi posti per Cuba, allo stesso prezzo, è un’occasione da non perdere, cosa dite prenotiamo??…»La nostra risposta fu un sonoro siiiiiiiii all’unisono, e subito dopo aver confermato il volo, pervasi da una felicità assoluta, andammo a festeggiare al bar del nostro paese ….qui mi fermo, visto che il solo ricordo di quel fantastico, ma ebbro pomeriggio, mi fa ancora venire male al fegato (e non dalla rabbia).
Venne il fatidico giorno, e con l’ansia che traspariva dalle nostre chiassose risate all’aeroporto di Milano Malpensa, salimmo sul nostro bel aereo e, via verso Cuba.
Arrivammo a Varadero, verso il tardo pomeriggio e dopo essere sopravissuti alla cortina di caldo umido che ci diede il saluto ufficiale dell’isola, la voglia di conoscere questo sconosciuto angolo di mondo mi assalì, e la stanchezza del viaggio svanì in pochi istanti e come nuovo, nell’albore di questa nuova avventura ci dirigemmo verso…verso…«..e dove andiamo adesso ragazzi che non abbiamo prenotato nulla?» dissi io con una mal celata preoccupazione, «bhoo»…questa fu la risposta dei miei meravigliosi compagni di viaggio.
Bene, prendemmo il primo taxi parcheggiato vicino a noi, e carichi di bagagli, via più veloci della luce verso Varadero.
Arrivati, il taxista ci indicò una casa particular dove noi passammo i più bei giorni della nostra vita, 15 giorni di fancazzismo assoluto, farcito da tanta allegria, spensieratezza, e per quanto mi riguarda la collocazione sul terreno solido della mia vita di una delle “pietre miliari” più preziose. La bella famiglia che ci ospitava, splendidamente gentile, ci collocò in una “dependance”
della loro casa, ovviamente “beneficiando” del flusso turistico il loro tenore di vita era migliore di tante altre famiglie che vivevano nei paesini limitrofi.
Una volta sistemati i bagagli e fatta la doccia, ci attendeva la prima uscita notturna, visto che l’oscurità oramai dominava incontrastata, ed il sole caraibico conosciuto fino al quel momento dall’oblò del aereo, aveva trovato dimora nell’orizzonte infinito dell’oceano.
La notte era al culmine ed i “cubalibre” sembravano serviti da San Giovanni Battista tanta era la religiosa e solenne processione da parte nostra alla fonte benedetta del “battezzo”,dove sgorgava puro, questo liquido dionisiaco.
Il risultato al mattino seguente fu un gran mal di testa, con conseguente delirio tremens espanso…..
I primi giorni passarono, e come giovani “esploratori”, noleggiando anche un’auto, visitammo un bel po’di paesini limitrofi a Varadero, e giustamente anche i baretti per una breve ma intensa degustazione dei vari rum locali, ma…ma…un bel pomeriggio parcheggiata la macchina ci dirigemmo più bianchi del latte, verso la spiaggia e con un substrato di crema protettiva fattore ignoto tanto proteggeva, mi stesi assieme ad i miei amici sulla bianca spiaggia di Varadero, pronti per immolarci al cuocente sole caraibico.
Le ore passavano, ed i colori le sensazioni i suoni si mescolavano nella mia anima e crescevano formando variopinte emozioni che trovavano nei disegni ignoti del destino, che mi avevano portato a Cuba , una colorata e spassionata riconoscenza.
Venne sera, era ora di cena, e con una ritrovata tranquillità tipica della vacanza, decidemmo di ritornare nella nostra casa particular, ma una volta arrivati alla macchina io ed Alberto un mio compagno di viaggio decidemmo di ritornare a piedi, per sgranchirci le ossa prima di abbuffarci con i squisiti manicaretti preparati sapientemente dalla signora che assieme al marito ci ospitava.
Calle 20, calle 21..« quanto manca cecco?... maledetta quella volta che sono venuto con te a piedi», mi disse Alberto con la disperazione di chi cammina di rado… « mancheranno… mancheranno, dalle 2 alle 3 calles…». Proseguimmo, alla faccia delle due o tre calles non so per quanto ancora, ma quello fu il momento più bello della mia vita, nel quale il destino si manifestò nella sua totale e lucente generosità.
Una splendida donna dalla pelle bronzea, dorata, che come un prezioso tessuto rivestiva il suo etereo corpo da dea, era davanti a me e mi spezzava il fiato, arrivando quasi a farmi “male” tanta era (è) la rappresentazione massima di bellezza che si manifestava innanzi ai miei occhi.
Alberto, il mio amico, mi diede una forte gomitata cercando di riportarmi nel mondo dei vivi, e cosi fu…mi avvicinai tremante, con l’ansia tipica dell’adolescenza, che da tempo, in me si era congedata, e cercando di essere il meno banale possibile, chiesi quanto mancava all’hotel Quatro Palmas, che era per noi, il nostro punto di riferimento.
Lei con sublime cortesia mi disse «no se conpañero, yo estoy aqui en visita a casa de mi conpañera de universidad, puede esperar un segundo que la voy a llamar?»,« claro que si» risposi io con il mio spagnolo striminzito. Arrivò Joandra, la compagna di università, e salutandoci con altrettanta cortesia, ci spiègo in un tempo troppo corto per la voglia immensa che avevo di restare, la strada per arrivare all’hotel. Con rassegnazione e lingua felpata salutai e con la morte nel cuore ci incamminammo, ma Alberto con straripante saggezza mi disse,«ma quanto cazzo siamo rincoglioniti cecco?» io senza ribattere ritornai per manifestare la tempesta che si era abbattuta nel mio cuore alla vista di tanta bellezza. Alberto che mi aveva seguito mi precedette e gli chiese se volevano venire a bere un caffè con noi. La risposta celata da un timido sorriso di circostanza fu un bel no, visto che Yoandra era sposata, e Valia da buona amica le fu purtroppo “solidale” .
Vabbè, la voglia di dare una testonata al pilastro che mi era vicino era tantissima, ma , ma, ma….ciao… hasta pronto , e ci congedammo in un silenzio surreale.
Arrivati nella nostra casa particular, mi distesi sul mio comodo letto tra mille pensieri e feci il classico riposino “pre serata” nell’attesa di uscire.
Arrivo con placido e assonnato tempismo il momento d’uscire, ed io con un sigaro di diametro quasi “pornografico” assieme a tutta la combriccola mi incamminai verso la tappa, o per meglio dire la stazione della via crucis, visti i dolori al mattino post traumatici da auto crocifissione alcolica : la discoteca.
Entrammo e ci sedemmo lasciando che le melodie caraibiche ci elevassero ad uno stato d’estasi, ed al culmine Alberto con i suoi soliti modi signorili mi piantò il gomito nello stomaco dicendomi «cecco guarda Valia e Joandra»…con fare goffo e sudorazione imbarazzante, mi feci coraggio e, mi alzai per andarle incontro a salutarla .Con il suo sorriso che potrei riconoscere tra milioni mi salutò e la invitai come si fa di solito in queste circostanze, a bere qualcosa…e cosi fu.
Parlammo tutta la serata, mi racconto della borsa di studio che si guadagnò all’università con tanto sacrificio e di come lo stato visti i suoi meriti le aveva dato una settimana di vacanza premio in un hotel a Varadero, che lei disertava, perchè preferiva albergare dalla sua amica del cuore.
Parlammo per 4 ore di fila senza interruzioni rompendo quella lastra di ghiaccio che io da buon timido la trovo a volte rivestire il mio essere.
Venne ora di andare a nanna, e a mio malincuore la salutai rimanendo d’accordo che il giorno dopo sarei andato a trovarla a casa della sua amica per un cafè ,e mi resi conto in quel momento che non era venuta da sola in discoteca ma con tutte le amiche d’università, Joandra compresa.

Passarono quasi tutti i giorni di quella meravigliosa vacanza, illuminati da quella luce genuina solare che solo i cubani sanno diffondere, scoprendo anche lati fino a quel momento a me sconosciuti, di quel straordinario sistema socialista cubano che sempre più richiamava il mio interesse.
Uno dietro all’altro i giorni passavano ma il mio cuore rifiutava l’idea del ritorno obbligato in Italia..l’idea di rompere quel momento magico mi faceva dannatamente soffrire, e cercavo di esiliare questo pensiero bagnando le mie percezioni nell’oblio, ma la cosa era assai difficile.. impossibile.
Venne l’ultimo giorno e mi recai a casa dove albergava Valia per congedarmi, e nascondendo la morte che avevo nel cuore con un timido bacio e con le lacrime alle quali avevo proibito d’uscire invano, girai le spalle e mi avviai verso la macchina che ci doveva portare all’aeroporto.

Welcome on board…ma vaff…

Arrivammo in Italia e non vi dico l’impatto che io ebbi all’arrivo … una sensazione ricordo in particolare, come se un falegname scartavetrasse con tenacia la mia anima , e lasciamo perdere il primo giorno di lavoro tra le domande ed i commenti dei miei clienti in negozio.
Passarono quasi tre giorni dal rientro e decisi di chiamare Valia, che nel frattempo era ritornata a casa sua, in un bellissimo paese in provincia di matanzas.
L’allegria mista a disperazione di quella chiamata mai la dimenticherò.
Da quel momento con cadenza settimanale continuai a chiamare la mia straordinaria fino a quel momento amica, e fu cosi che mi resi conto quando arrivò la bolletta telefonica del perché la telecom italia potesse avere un fatturato cosi alto
.
Venne settembre e già due mesi erano passati, ed un lunedì in un ora imprecisata mi recai in agenzia e prenotai nuovamente un nuovo viaggio a Cuba, senza rivelare a nessuno famiglia mia compresa, questa mia ardua e sofferta decisione.
E così fu… arrivai nuovamente all’aeroporto di Varadero dove Valia assieme alla mamma mi aspettavano…inutile dire la commozione la felicità che provammo in quel momento.
Salimmo su un moskovi che mi sembrava tanta era la felicità che m’ avvolgeva una limousine e, in una situazione totalmente nuova e per certi versi surreale ci avviammo verso il suo paesino, tra le domande fluenti di Irma la mamma di Valia, che cercava educatamente ma con fermezza, di sondare e capire, chi io fossi veramente.
Arrivammo, e gia il sole s’era appisolato e la frescura serale ci accoglieva tra le sue braccia.
Come scendemmo dall’auto il padre di Valia si avvicino studiandomi con uno sguardo nascosto da due folti baffi, accogliente ma allo stesso tempo severo….stringendomi la mano e presentandosi da perfetto revolucionario mi disse: aquerdase uste señor, que la cultura es el alma de un pueblo. Esterrefatto e disorientato da questo nuovo mondo che iniziava finalmente a prostrarsi innanzi a me, entrammo nella casa di Valia e sistemati i bagagli in una cordiale e genuina atmosfera cenammo, e conobbi in quella prima serata tutta la famiglia che era desiderosa di vedere in faccia l’italiano.
Passarono felicemente alcuni giorni e, l’ora della partenza pendeva sopra alla mia testa, come se fosse la spada di Damocle..
Il papà di Valia spiegandomi nei particolari il sistema cubano, le usanze, la politica, il perchè del blocco economico…arrivò al punto cruciale della discussione dove in realtà voleva arrivare, e in una fresca serata di settembre “sguainò il machete affilato” e mi disse:« bueno cecco uste vino a Cuba por conocer a mi hica Valia….que quiere hacer con ella?»
Il gelo calò come in una notte di pieno inverno italiano, ma le mie membra indifferenti incominciarono a sudare ugualmente.
In uno stato semi confusionale raccapezzai i miei pensieri e dopo alcuni secondi fatti di sguardi e di silenzio, io risposi con una forza, penso nata nel profondo del mio io:«yo señor pienso de ser enamorado de su hica y…y…» le parole non volevano uscire, era in corso nel mio cuore e nella mia ragione un conflitto che mi bloccava, ma mi ripresi d’animo e con rinnovato coraggio terminai la frase dicendo:« y..y..si Valia estas de acuerdo yo le pido señor la mano de su hica»
Un silenzio tombale cadde e ci colpì in pieno, e il papà di Valia quasi sconcertato dalla mia risposta e dalla veloce mutazione degli eventi, mi batte una mano sulla spalla e si congedò lasciandomi solo con tutta la mia infinita ansia.
Usci dopo alcuni istanti Valia e mi chiese cosa ci eravamo detti ed io con chirurgica attenzione, le raccontai tutto nei minimi particolari sentendo crescere dentro di me la convinzione che era veramente quello che volevo…ma mancava la cosa più importante…era la cosa che desiderava anche lei?
Non ricevetti nessuna risposta quella sera, ma continuammo straordinariamente nei giorni a seguire nell’intento di conoscerci, passando dei giorni, assolutamente da favola.
Arrivo immancabilmente il giorno del mio congedo, ed arrivati all’aeroporto con al seguito papà e mamma di Valia, entrammo e opportunamente lasciati soli, liberai tutto quello che di romantico albergava assopito fino a qualche mese prima dentro di me, nell’attesa anche di una sua risposta a quella mia “domandina” forse un po’ troppo avventata di matrimonio.
Il tempo stringeva era ora di partire, il fegato la milza i reni erano palpitanti e li sentivo battere tutti in gola e salutati i genitori di Valia ci incamminammo verso il “gate”,e nelle lacrime di entrambi nella commozione del momento, che mi rimase nell’anima per diversi mesi a seguire, lei mi guardo fisso negl’occhi e con la voce rotta dal pianto mi disse: «Cecco yo te amo yo quiero casarme con tigo»
Rimasi incredulo, sbalordito, frastornato…ma pazzescamente felice…. la voglia di strappare il biglietto e di restare era immensa ma la felicità e la voglia di far andare le cose nel verso giusto, nella dovuta e razionale maniera ebbe la meglio, e con la contentezza che ci avvolgeva scandita dal suono inconfondibile del pianto l’abbracciai, come mai prima avevo fatto, e mi congedai nuovamente con tanta felicità ma con la morte nuovamente nel cuore, e l’aereo che mi riportava verso casa dopo poco scomparve nell’orizzonte chiaro, di una vita magicamente nuova e tutta da scoprire.

Welcome on board…ma vaffa…☺☺

Dieci meravigliosi anni sono passati e tutt’oggi siamo sposati, e ogni giorno mi ritrovo a pensare quanta felicità avrei perso, quanto sarebbe più piccola la mia statura morale, etica, se non avessi conosciuto mia moglie, la sua famiglia, e poi con il tempo la mia amata seconda patria Cuba, che anno dopo anno arricchisce di generosa linfa vitale la mia coscienza e, la coscienza di chi fortunatamente la possiede…grazie Valia, grazie Cuba…ciao

robby ha detto...

Cecco, Bellissimo, davvero sconvolgente.. e te lo dico con una punta(!?!) di invidia.. bello come racconto e favolosa la storia incredibilmente romantica quanto reale.. grazie, Roberta

p.s perche' il blog non prende la password? io ogni volta faccio una registrazione.... sono io imbranata o c'e' qualcosa che non va? Grazie, Roberta

Francesco ha detto...

Ciao Robby, inanzitutto grazie per i complimenti al mio racconto... per quanto riguarda la domanda che rivolgevi...non devi mettere il tuo nik per inviare un commento ma il tuo nome utente scritto nel tuo profilo dopo automaticamente compare il nik

Anonimo ha detto...

E' la storia di un UOMO che incontra la "sua" POESIA.
Sarete sposati por siempre, caro Cecco,poich'e' a volte l'AMORE si trova nei versi, letti negli occhi lucidi, dell'ALTRO!

hasta siempre,ragazzo.
el gaviota

Massimo ha detto...

Molto bene,spero si continui cosi senza permettere intrusioni di squallidi personaggi

robby ha detto...

prova invio commento

robby ha detto...

ah ah ... grazieeee !! funziona
besos, roberta

Massimo ha detto...

Elio,sai se in Italia si trova il DVD del film?

Eliolibre ha detto...

Poesie, racconti, esperienze visssute e commenti intelligenti sono il massimo a cui può aspirare un blog. Tutto questo mi rende orgoglioso per aver dato inizio a questa nuova esperienza (Notizie dall'Impero continua comunque).
Massimo, non credo proprio che in Italia si trovi il DVD, magari i film cubanni venissero distribuiti in Italia! Meglio riempirla di spazzatura nordamericana.... Io ho iol DVD e te lo manderei via e-mail, volentieri ma occupa uno spazio di quasi 1Gb, pertanto è impossibile. Forse puoi cercare di scaricarlo con eMule, anche se non è una pratica troppo legittima, ma in mancanza di alternative....

Francesco ha detto...

FIDEL HA RAGIONE SUI BIOCARBURANTI, LO DICE ANCHE LA MATEMATICA CHE NON E’ UN’OPINIONE…

Riporto in parte, un breve ma chiaro esempio tratto da “eco alfabeta”...

Vi pare una esagerazione la cifra di 3 miliardi di persone a rischio? Non direi. 600 milioni di autoveicoli nel mondo diventerebbero un concorrente temibile e affamato per le popolazioni più povere, anche perchè non dimentichiamoci che con un pieno di biodiesel si mangerebbe per un anno

Ecco la dimostrazione: un pieno di bioetanolo per un SUV equivale a sfamare un uomo per un anno

1. un SUV può avere un serbatoio di circa 100 litri.

2. 100 litri di bioetanolo si ottengono da 266 kg di mais

3. 1 kg di mais fornisce 3500 kcal

4. 266 kg forniscono quindi oltre 930 mila kcal

5. divise per 365 si ottengono oltre 2500 kcal al giorno, corrispondenti ad una buona dieta

Il fondatore del WorldWatch Institute, Lester Brown, è preoccupato da lungo tempo a proposito della sostenibilità delle nostre forniture di cibo e avverte : «Le automobili e non gli uomini si prenderanno la maggior parte dell'aumentata produzione di grano di quest'anno.» Le auto stanno per divorare gli uomini….

Eliolibre ha detto...

Che il modello di sviluppo occidentale non sia più sostenibile, mi sembra inconfutabile. Avendo il WWF sostenuto, in un suo recente studio, che Cuba è l'unico paese al mondo ad avere uno sviluppo ecocompatibile, basterebbe questo, senza scomodare la politica o le ideologie, per fare di Cuba un esempio da imitare o quanto meno da sostenere nella sua esperienza. Non a caso sono gli stessi responsabili del disastro ecologico a continuare nella loro dissennata campagna anticubana. Risulta quindi chiarissimo il nesso tra sistema sociale ed ambiente. Finchè l'uomo non tornerà a vivere in maniera più sobria, sarà impossibile risolvere il problema, qualsiasi intervento che si intenda mettere in campo potrà al massimo rallentare il declino, ma nulla di più.